Milano – Il capitano Yuri Chaplinsky è stato processato questa settimana per la responsabilità che avrebbe avuto nella collisione della imbarcazione al suo comando. L’incidente portò alla morte di 25 turisti sudcoreani e di due membri dell’equipaggio ungherese, rimasti uccisi il 29 maggio dell’anno scorso.
La Viking Sigyn era un’imbarcazione da crociera fluviale di 135 metri che andò a colpire la Mermaid, una nave da turismo a due piani da 27 metri mentre entrambe le unità stavano passando sotto un ponte sul Danubio a Budapest, in Ungheria.
Quella sera pioveva forte e c’erano forti correnti. Tutte le vittime provenivano dalla Mermaid che affondò rapidamente dopo la collisione.
Il 64enne Chaplinsky di Odessa è stato accusato di grave negligenza e di non aver fornito assistenza alle persone che erano a bordo della Mermaid. Si presume che il comandante fosse distratto prima della collisione e non abbia immediatamente ordinato al suo equipaggio di fornire assistenza dopo la collisione.
A giugno dell’anno scorso il capitano era stato rilasciato su cauzione e il suo team legale aveva dichiarato che l’uomo eradevastato da quello che era successo, ma aveva negato qualsiasi illecito.
L’accusa invece aveva sostenuto che Chaplinsky aveva avuto diversi minuti a disposizione per poter intervenire ed evitare la collisione: la visibilità inoltre era superiore ad un chilometro. L‘accusa ha chiesto una pena di nove anni per Chaplinsky.
Sul banco degli accusati anche il comandante della Viking Idun, la nave gemella della Sigyn, sospettato di non aver fornito assistenza nonostante sia arrivato poco dopo la collisione.
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