Genova – “Se ART non sospende i procedimenti di pagamento, ricorreremo sia all’Autorità giurisdizionale competente che alla Commissione europea”. Sono le ultime due righe con cui si chiude la lettera (in allegato) che Luca Becce, presidente di Assiterminal, ha inviato questa mattina alla Presidenza del Consiglio, al ministero dei Trasporti e all’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART), in seguito alla decisione di quest’ultima di richiedere il versamento dei contributi per l’anno 2000 al settore del trasporto, nella sezione “Contributo per il funzionamento”, con prima scadenza il 30 aprile. Il caso è stato sollevato ieri da ShipMag, mettendo a nudo un’idiosincrasia evidente nella richiesta dell’Autorità, la quale – contro ogni logica – riportava nel suo sito che “nel settore dei trasporti, prima che in altri settori, sono attesi segnali di ripresa in ragione della funzione essenziale di servizio a favore di imprese, utenti e passeggeri”. Quindi, secondo ART, allo stato attuale non ci sono motivi contingenti affinché il settore dei trasporti non paghi il contributo.

“Stiamo assistendo – insieme a molti altri comparti – a una serie di iniziative del Governo e di alcune sue ‘emanazioni’ che sembrano segnare una distanza sempre più marcata tra mondo reale (per quanto ci riguarda della logistica e dei trasporti) e mondo della burocrazia – osserva Becce -. Nella conversione del DL 18/20 una mera ‘sospensione’ dei canoni demaniali, il documento del Dipe su cui abbiamo già espresso le nostre valutazioni e ora le recenti reiterate richieste da parte di ART di pagamento contributi del 2020”. Il presidente aggiunge: “Insieme a Confetra e Confindustria stiamo esprimendo il nostro ‘punto di vista’: da parte nostra, è in partenza la lettera (in allegato) alla stessa ART e al Governo in cui stigmatizziamo merito e metodo, così come stanno facendo e auspichiamo faranno altre associazioni e esponenti parlamentari”.
Nella missiva, il presidente di Assiterminal sottolinea la “sorpresa derivante, in primo luogo, dal fatto che, occorra precisare ancora una volta che i terminalisti portuali esercitano un’attività economica né regolata né soggetta alle competenze di codesta spettabile Autorità. Va, peraltro, stigmatizzato quanto inopinatamente espresso da ART sul proprio sito istituzionale, relativamente alla pretesa sussistenza di ‘segnali di ripresa’ del settore dei trasporti ‘prima che in altri settori’, nonché alla relativa ‘assenza di provvedimenti governativi’ che incidano sul pagamento dei contributi”. Becce rincara la dose: “Ciò non solo evidenzia la disattenzione circa le norme di legge che andremo a richiamare, ma è a tutta evidenza smentito dal fatto che proprio il settore del trasporto e, per quanto attiene ai nostri associati, della portualità, che pure, anche nella fase emergenziale, sta ponendo in essere ogni sforzo per garantire il mantenimento delle reti essenziali dei servizi al Paese, è stato e sarà colpito in maniera drammatica dal lockdown”. (vdc)