135 navi in attesa di passare. Messina (Assarmatori): “Scarse le ripercussioni sulle merci da e per il nostro Paese”
Roma – Della congestione nel Canale di Panama si parla da un paio di settimane ma la notizia è che la situazione si sta incancrenendo, con code in entrata che sono arrivate fino a 135 navi. E il diritto di saltare la fila pagando un extra (una possibilità che è sempre esistita, ma costava in media qualche centinaio di migliaia di dollari) è esploso fino a portare il prezzo complessivo del transito, incluse tutte le voci, a 3 milioni di dollari (o di euro, visto che le due valute in questo momento sono in rapporto di cambio 1 a1). È una somma che si giustifica solo per merci dall’alto valore unitario, mentre per altre finire in coda è giocoforza. Che cosa sta succedendo al momento? I più motivati a pagare per affrettare le consegne in fretta sono i rivenditori di elettronica di consumo, le cui scorte sono già in via di costituzione in vista del Natale, mentre allungano i tempi le petroliere, visto che al momento l’attività delle raffinerie nel mondo è a rilento, e anche le navi che trasportano prodotti alimentari: qui si pone un problema di deperibilità, ma i container refrigerati garantiscono un margine di flessibilità. Ma come mai il Canale di Panama è in affanno? Forse è la prima volta che il cambiamento climatico determina in modo diretto un danno di questa entità al sistema mondiale dei trasporti: le piogge su Panama si sono rarefatte e non c’è abbastanza acqua per alimentare le vasche (su più livelli) che permettono il transito delle navi.
Chiediamo a Stefano Messina, presidente di Assarmatori:
È una situazione con pochi precedenti. Lei come la commenta?
“Quanto sta accadendo nel Canale di Panama conferma ancora una volta la centralità del trasporto marittimo negli interscambi commerciali di tutto il globo. Parliamo di una macchina ben rodata, che garantisce servizi efficienti e regolari, la cui importanza strategica emerge anche a chi non è del settore in modo evidente solo quando, per cause spesso imprevedibili, si rompe questa catena”.
Per il sistema-mondo il danno è notevole, ma l’Italia, che rispetto a Panama è piuttosto defilata, rischia qualcosa?
“I riflessi per l’Italia e i suoi commerci sono, allo stato attuale delle cose, piuttosto limitati, considerato che si tratta di un’infrastruttura essenziale soprattutto per il mercato americano, e degli Stati Uniti in particolare, visto che da qui passa il 40% del traffico container degli Usa, e per quello asiatico, con specifico riguardo a Corea del Sud, Giappone e aree limitrofe. Intendiamoci, parliamo di una via d’acqua comunque fondamentale, dove nel 2022 sono transitate oltre 14 mila navi”.
Per i non addetti ai lavori questa faccenda del pagamento extra per saltare la fila è una sorpresa nella sorpresa. Invece è una procedura standard, sia pure non a 3 milioni di dollari a transito?
“In questo momento, visto il numero sempre crescente di navi in attesa, è la merce a dettare le precedenze, o meglio quanto si è disposti a pagare per far transitare determinate merci. Chi può aspettare lo fa ed evita di sborsare cifre da capogiro, in altri casi invece sarebbe probabilmente maggiore il danno di un arrivo in forte ritardo. Può sembrare prematuro parlarne, ma in realtà il commercio globale si è già ‘messo in moto’ in vista del prossimo Natale e i magazzini stanno iniziando a essere riforniti: ecco che chi trasporta questo materiale può essere disposto a pagare quanto richiesto per avere la precedenza”.
Al di là del fatto contingente, la strozzatura che sta subendo in questi giorni il commercio mondiale ha qualcosa da insegnarci? Cambierà la struttura del commercio mondiale?
“Quando si verificano fatti come questo si sente spesso parlare di una tendenza al reshoring o al nearshoring, cioè a spostare i luoghi di produzione più vicino ai mercato di sbocco finale. Si tratta di una dinamica che non si può certo negare, ma non credo che cambierà in modo rilevante il trasporto marittimo per come siamo abituati a conoscerlo. Come dicevo, i servizi sono efficienti, regolari e vengono svolti a prezzi competitivi. Le rotture della catena rappresentano episodi isolati e che solitamente si risolvono in un lasso di tempo non eccessivo”.