Porti e Infrastrutture

Bellanova: “Il porto di Gioia Tauro è strategico per l’Italia”. Agostinelli: “Ma la politica ci aiuti”

Dal convegno di Fise Uniport la vice ministra rilancia: “Il PNRR occasione straordinaria per rafforzare leadership”

Gioia Tauro – “Il porto di Gioia Tauro è un’infrastruttura strategica per il paese, bisogna partire da qui: ho letto i vostri dati e sono assolutamente positivi con un importante incremento del traffico commerciale. E’ la piattaforma naturale del Mediterraneo e per rafforzarla bisogna fare squadra ed è un aspetto che non bisogna mai dimenticare: ci deve essere una contaminazione, solo così è possibile diventare strategici. Le risorse per intervenire ci sono”.

La viceministra delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Teresa Bellanova, rilancia con forza il ruolo strategico dello scalo calabrese. E lo fa nel corso dell’evento “Il Porto Incontra” organizzato da Fise Uniport a Gioia Tauro, nei locali di MedCenter Container Terminal, davanti al presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, all’ad di MCT Antonio Davide Testi, al vice presidente di Uniport Pasquale Legora e al responsabile Sviluppo e Commercializzazione Territoriale Sud Ovest di Rete Ferroviaria Italiana Michele Volpicella.

“Penso – prosegue Bellanova – ai 2 miliardi 350 milioni complessivamente previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) per questa regione che si traducono tra l’altro in cura del ferro e non solo con la Salerno-Reggio Calabria, portualità, infrastrutture materiali e immateriali, rigenerazione e housing sociale, mobilità accessibile e sostenibile, gestione sostenibile delle risorse idriche ma penso anche al recente via libera nel Cipess al Decreto di riparto del Fondo Infrastrutture portuali che destina 50 milioni proprio al Porto di Gioia Tauro per i lavori di approfondimento e consolidamento del canale portuale lungo la banchina di Levante”.

Bellanova aggiunge: “Ecco, io direi che ci sono tutte le condizioni perché questi investimenti assumano un ruolo moltiplicatore. Quello del PNRR è un banco di prova per l’intera filiera istituzionale e per tutte le comunità territoriali. La mia presenza qui oggi serve anche a dire questo: la leale collaborazione istituzionale è una condizione ineludibile per raggiungere gli obiettivi indicati”.

Tra i temi al centro del dibattito dell’evento, l’impatto del PNRR sul settore con particolare interresse al Sud Italia e non è mancato il confronto anche sul Bando Green Ports del Ministero della Transizione Ecologica, che ha stanziato 270 milioni di euro per le proposte progettuali nel settore dell’intermodalità e della logistica integrata, escludendo però dalla platea dei possibili beneficiari le Autorità di Sistema Portuale del Sud Italia.

Il saluto di benvenuto è stato dato da Antonio Davide Testi, presidente Vicario di Uniport e amministratore delegato di Medcenter Container Terminal, che ha ospitato l’incontro si è detto “fiducioso in un intervento del decisore politico al fine di porre rimedio a quest’esclusione che rischia di pregiudicare la competitività dei terminalisti del Sud Italia.Tra gli obiettivi prioritari dell’Associazione c’è quello di rendere oggi i porti una parte strategica ed interconnessa di un sistema logistico integrato e non satelliti solitari. Lo scalo portuale deve essere visto come il fulcro di un’attività logistica che vede necessariamente interconnesse ferrovie, strade, interporti, aeroporti, magazzini, clienti finali”.

Il vice presidente di Uniport Pasquale Legora ha evidenziato come le imprese associate ad Uniport rappresentino il 72% di quanto si movimenta nei porti italiani e ha aggiunto: “Il rilancio del Paese attraverso il PNRR passa dal Sud del Paese e dalla logistica, serve un’attenzione particolare a questo settore e occorre che tutti gli anelli della filiera ragionino in termini di sistema. Occorre quindi un dialogo più stretto tra Autorità di sistema portuale e operatori. Bisogna connettere il porto e l’Italia del Sud al resto d’Europa. Vedo molti investimenti nel settentrione del Paese, ma ancora adesso pochi sui porti del Meridione”.

Parole, quelle di Bellanova, che Agostinelli riprende per lanciare una sfida al mondo della politica: “Qui c’è un pezzo dello Stato che ancora riesce a progettare, a realizzare e a sognare, in una cornice di legalità. Ora l’alternativa è della politica, quella regionale e soprattutto quella nazionale, se condividere il nostro sogno, con uno sforzo chirurgico e definitivo, per completare lo sviluppo a terra del nostro porto, oppure lasciare Gioia Tauro così com’è, con i suoi 3 milioni di contenitori annui, primato nazionale, occupazione bene o male salvaguardata, ma nessuno sviluppo del retroporto, nessun beneficio per la Calabria e per il Sud”.

Agostinelli ripercorre i passi che, negli ultimi anni, hanno riportato lo scalo ai vertici internazionali del transhipment: “Questo è un porto nuovo dai fondali abissali che curiamo in modo maniacale. Non a caso, le navi porta containers più grandi del mondo ormeggiano qui e in nessun altro porto in Italia. Qui abbiamo le infrastrutture più moderne, un armatore, che è anche terminalista, che sta investendo 210 milioni di euro, anche con il contributo di questa Autorità di Sistema Portuale, e che tutti gli altri porti ci invidiano e corteggiano”.

E ancora: “Abbiamo realizzato in questi anni infrastrutture modernissime, il viadotto De Maria e il gateway ferroviario che il porto aspettava da 30 anni, una delle pochissime opere strategiche nazionali del Sud arrivata dalla progettazione alla bollinatura della Corte dei Conti. E poi un bacino di carenaggio per il quale sono pronte le risorse e che fino a 4 anni fa appariva un miraggio visionario e che oggi sta diventando realtà”.

Tuttavia, segnala anche Agostinelli che “Gioia Tauro è un porto giovanissimo, senza storia, senza cultura marinara, senza la coscienza diffusa di essere un grande porto mediterraneo. Ne parliamo ogni giorno con le organizzazioni sindacali, con le università, con la società civile, con la politica. Ma qualcosa sta cambiando. E’ vero c’è la Ndrangheta, il convitato di pietra di ogni discussione sui problemi calabresi. Abbiamo qui le Istituzioni, le migliori Forze dell’ordine e di Polizia, la migliore magistratura per combattere questa piaga mentre noi facciamo ogni sforzo per tenerla fuori dal porto, con indagini capillari su ogni appalto e sub appalto”, conclude Agostinelli.