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Coronavirus: in Cina aperti i cantieri navali di Stato, chiusi quelli privati

Milano – L’emergenza c’è, ma non per tutti. Il principale costruttore navale di Stato cinese ha ripreso a lavorare dopo l’allarme Coronavirus. Non altrettanto hanno fatto i cantieri navali privati, che restano chiusi.

Secondo le statistiche della China Association of National Shipbuilding Industry (CANSI), la percentuale di lavoro ripreso nella provincia del Fujian e in quella di Liaoning ha raggiunto il 75%, nella provincia di Zhejiang il 66,7% e a Shanghai il 62,5%. I cantieri navali nella provincia di Guangdong, nella provincia di Shandong e nella provincia di Jiangsu riprenderanno gradualmente a operare. I tre principali cantieri navali sotto il braccio della China State Shipbuilding Corporation (CSSC) a Shanghai, Waigaoqiao Shipbuilding, Jiangnan Shipyard e Hudong-Zhonghua Shipbuilding hanno invece ripreso l’attività.

Nel dettaglio, CSSC Huangpu Wenchong Shipbuilding, CSSC Dalian Shipbuilding Industry Co e CSSC Guangzhou Shipyard International hanno ripreso l’attività. Anche altre due importanti società di costruzioni navali statali, China Merchants Industry Holdings e Cosco Shipping Heavy Industry, hanno ripreso le operazioni. Situazione diversa quella dei cantieri navali privati, che ​​in Cina sono ancora praticamente chiusi. Il più grande cantiere navale cinese privato, Yangzijiang Shipbuilding, e un altro grande cantiere navale privato, New Times Shipbuilding, contattati da Seatrade hanno fatto sapere di non avere ancora riavviato l’attività di costruzione navale, mentre altri hanno preferito non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Il prolungato fermo da parte dei cantieri navali del paese a seguito del prolugamento delle vacanze del Capodanno cinese allo scopo di combattere il Coronavirus avrà un impatto sulla consegna delle nuove unità, oltre che sul lavoro di retrofit come l’installazione di scrubber.