Milano – “Avevamo stimato un calo del 20-30% dei traffici da e per i 13 porti italiani che operano nel segmento container. Ora, questa previsione non ha più senso: perché siamo di fronte ad un evento imprevedibile che sta mettendo definitivamente in ginocchio il mondo del trasporto pesante. I dati che ci arrivano parlano di zero fatturato, merci sospese e magazzini chiusi nelle aree colpite dal virus. In più, la situazione sta peggiorando di ora in ora a macchia di leopardo in diverse aree del Paese”.
Lancia un grido di allarme, Maurizio Longo, segretario nazionale di Trasportounito, associazione di categoria che sul territorio italiano rappresenta centinaia di imprese del settore.

“Sembra la fine del mondo, la crisi sta precipitando: quindi, diventa difficile fare ulteriori stime. Il problema già era tangibile prima dell’escalation del virus perché i container arrivavano vuoti in Cina, non a caso nei porti cinesi tuttora hanno problemi a trovare aree libere dove depositarli. In più, le fabbriche e i centri logistici del Paese sono chiusi e gli scambi commerciali con l’Europa si stanno avvicinando praticamente allo zero”, aggiunge Longo.
Le ripercussioni negative giocoforza si riflettono in Italia: “Ancora una volta il traffico merci tra il porto di Genova e i centri logistici di Milano è vicino allo zero assoluto a fronte delle ordinanze dell’Authority e dei terminal che di bloccano le attività”. La situazione è surreale anche lungo il valico del Brennero, dove il traffico da e per l’Austria dei Tir italiani è allo stato attuale inesistente, dopo le restrizioni introdotte il primo gennaio 2020 dal governo di Vienna per limitare il traffico pesante. “Spero che la Ue intervenga con sostegni al settore e che non lasci l’Italia da sola”.
Prima dell’acuirsi della crisi, Trasportounito aveva calcolato che in Cina il Coronavirus e la coincidenza dell’epidemia con il Capodanno cinese avevano messo fuorigioco fra il 40 e il 50% degli autisti di Tir con l’effetto indotto di rendere ogni giorno più problematico il funzionamento della catena logistica e il movimento in-out dei container nei grandi porti della Cina.
L’effetto domino del Coronavirus aveva colpito pesantemente anche le rotte marittime dei traffici container con diminuzioni superiori al 30% nel carico trasportato da ogni singola nave sulle rotte fra la Cina e l’Europa.
Inevitabilmente questa flessione ha avuto ripercussioni anche sui volumi dei porti e dei terminal italiani, colpendo direttamente la catena del trasporto e generando una crisi sull’autotrasporto italiano chiamato da un lato, ad affrontare un certo rincaro nei prezzi del carburante (dopo il temporaneo calo causato più da logiche geopolitiche che da un effettivo rapporto fra domanda e offerta), e dall’altro le conseguenze destinate ad accentuarsi ogni giorno di più di una contrazione dei traffici e quindi della domanda di trasporto.