Milano – Traffico container ai minimi storici negli Usa e in Europa per colpa del Coronavirus. A segnalare il momento estremamente difficile del mercato è l’analisi congiunturale di Container xChange, sito specializzato del settore, che misura – attraverso il proprio indice CAx (Container Availability Index) – lo stato di salute della domanda e dell’offerta del traffico containerizzato nei principali porti del mondo nelle prossime 3 settimane. Se l’indice supera i 0,5 punti significa che c’è un surplus di contenitori, il contrario se si attesta sotto quella soglia. In questo momento, l’analisi registra uno dei livelli più bassi mai avuti nei porti di Long Beach, Los Angeles, Amburgo, Rotterdam e Anversa.
La maglia nera spetta a Los Angeles, uno scalo che generalmente registra un livello ben al di sopra della media. Lo scorso anno, di questi tempi, i valori dell’indice CAx oscillavano da 0,52 a 0,99 per 40 DCs (Dry Cargo container da 40’ piedi), mentre ora si attestano intorno a un valore di 0,08 per 40 DCs. Al contrario, il porto di Shanghai ha attualmente un enorme surplus di container fermi in banchina, circa tre volte più numerosi rispetto a quelle dell’anno scorso. Nonostante l’offerta di stiva delle navi sia in continua crescita in questi giorni, le previsioni indicano che i problemi causati dal Covid-19 peggioreranno ulteriormente la situazione a causa di una mancanza sia di equipaggi a bordo che di personale di terra. “Ora che il virus sta peggiorando in Europa e negli Stati Uniti, le compagnie di navigazione verranno messe ulteriormente sotto stress, visto che la maggior parte dei paesi europei ha interrotto le proprie attività, i controlli dei container, il carico e lo scarico della merce. In sostanza, è fortemente compromessa tutta la parte della catena logistica, che richiede un’interazione umana,”, ha riportato una nota di Container xChange.