Miami – La compagnia Princess Cruises, proprietaria di Ruby Princess, “era a conoscenza dell’epidemia di Coronavirus mentre la nave era in navigazione” e ciò malgrado, “del tutto incautamente”, ha messo a rischio la vita dei passeggeri: è l’accusa in base alla quale i parenti di un crocierista morto hanno citato in giudizio la compagnia statunitense.
Princess Cruises è stata citata in giudizio per quasi 1,6 milioni di dollari dai parenti del cittadino americano Chung Chen, morto all’inizio di aprile dopo essere tornato nella sua casa di Los Angeles. La vedova dell’uomo, Juishan Hsu, e la figlia Vivian, si sono rivolte al tribunale distrettuale della California. Secondo i legali della famiglia Hsu, Princess Cruises avrebbe “scelto di privilegiare i profitti rispetto alla sicurezza dei suoi passeggeri, dell’equipaggio e del pubblico in generale continuando a operare come se nulla fosse accaduto”.
La moglie e la figlia del turista morto, entrambe infettate dal virus, non sapevano che a bordo ci fosse un focolaio: lo hanno scoperto solo una volta arrivate a casa. “Non si sono nemmeno preoccupati di informare i passeggeri che si era verificato un vero e proprio contagio collettivo, hanno permesso alla nave di continuare a viaggiare come se si trattasse di una normale crociera, fino al momento in cui è tornata in Australia con tre giorni di anticipo”, spiegano i legali.
Un’indagine penale sulla nave è già stata avviata in Australia. Carnival, holding di riferimento di Princess Cruises, respinge ogni a accusa ma non commenta: “La vicenda è oggetto di un contenzioso attivo in un altro paese, non desideriamo aggiungere ulteriori commenti in questo momento”.