Primo Piano

Covid-19, il diktat di Bruxelles: “Una rete di porti sicuri per i marittimi”. Ecsa: “Grazie Ue”

Bruxelles – Con il progressivo fermo delle navi da crociera di tutto il mondo, si è aperto un problema enorme per i tanti marittimi che devono tornare a casa, oppure che devono raggiungere le navi per garantirne il funzionamento minimo nel periodo di blocco, e per i passeggeri extra-comunitari che sono costretti a prolungate soste a bordo. Per questi motivi, la Commissione europea, sollecitata dalle associazioni di categoria, ha reso noto ieri le linee guida a cui gli Stati membri dell’Ue si devono attenere immediatamente per agevolare il rimpatrio dei passeggeri e dei marittimi oppure il trasferimento di questi ultimi a bordo delle navi in cui vengono chiamati ad operare

“Le linee guida adottate includono consigli sanitari, raccomandazioni per il cambio dell’equipaggio, lo sbarco e il rimpatrio di marittimi e passeggeri. Chiedo agli Stati membri di designare i porti in cui avvengono i cambi rapidi dell’equipaggio e di ricordare che gli operatori di crociera hanno la responsabilità nei confronti dei loro clienti e dipendenti di riportare tutti in sicurezza a casa”, ha la commissaria responsabile per i Trasporti, Adina Vălean. In particolare, l’industria delle crociere è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia e i fatti di cronaca delle ultimi settimane, riportate quotidianamente da ShipMag, indicano che migliaia di membri dell’equipaggio sono impossibilitati a sbarcare navi e fare ritorno tornare alle loro case.

Il problema riguarda anche i cittadini extracomunitari che hanno bisogno di visti per sbarcare all’interno dell’Ue e che non potevano richiederli a causa della situazione attuale. La Commissione ha chiesto agli Stati membri di concederli alla frontiera in modo che possano essere rapidamente rimpatriati. Inoltre, Bruxelles ha sottolineato che le compagnie crocieristiche dovrebbero assumersi la responsabilità generale di organizzare il rimpatrio di passeggeri ed equipaggi dalle loro navi, anche da porti extra Ue.

“La Commissione invita gli Stati di Bandiera ad aiutare le compagnie a identificare i porti appropriati per lo sbarco e supportarli nell’organizzare il rimpatrio dei loro clienti e membri dell’equipaggio. Se è noto che le persone a bordo sono contagiate dal Coronavirus, le navi dovrebbero essere dirette verso un porto nelle immediate vicinanze dove gli ospedali hanno una capacità sufficiente di ricezione”, ha concluso Adina Vălean.

“L’Ecsa ha lavorato a stretto contatto con la Commissione europea in materia, insieme alla nostra parte sociale, la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti, avendo come priorità principale il benessere dell’equipaggio e dei passeggeri – ha affermato Martin Dorsman, segretario generale dell’associazione degli armatori europei -. Le linee guida servono certamente come base per i cambiamenti che devono accadere sul campo. I nostri membri lavoreranno a stretto contatto con le autorità nazionali, per verificare che la procedura stabilita negli orientamenti sia svolta e certamente trasmetteremo il nostro feedback a livello europeo. Da parte sua, l’Ecsa continuerà a collaborare con le istituzioni dell’Ue per assicurare che tutti gli Stati membri adottino un approccio coordinato per quanto riguarda l’attuazione degli orientamenti della Commissione”.