Weinstein ha rivelato di aver dedicato molto tempo a tre marchi-chiave di Carnival Corporation per “valutare le opportunità” che offre il mercato
Miami – Che cosa bolle in pentola, nel quartier generale di Carnival Corporation a Miami?
Se lo domandano da tempo gli analisti di settore e i clienti dei 9 marchi che fanno riferimento al primo gruppo crocieristico al mondo.
Di certo non ha aiutato a scogliere le riserve il presidente e CEO John Weinstein che, parlando con gli analisti in occasione della presentazione dei risultati trimestrali, ha spiegato di avere “grandi aspettative sul fatto che tutti i marchi del gruppo facciano registrare importanti miglioramenti sul fronte dei ricavi”. “Alcuni stanno ‘spingendo’ molto su alcune aree. E io mi sento abbastanza fiducioso”, ha aggiunto, sottolineando che Carnival farà il possibile per “ottimizzare la propria offerta di marchi rispetto ai tempi”.
La società ha registrato una perdita netta di $ 770 milioni nel suo terzo trimestre fiscale terminato il 31 agosto, superando la perdita di $ 99,2 milioni prevista dagli analisti. Con 28,5 miliardi di dollari di debiti a lungo termine, i tentativi dell’azienda di tornare alla redditività potrebbero passare attraverso scelte importanti nel caso in cui il mercato dovesse incontrare nuovi ostacoli.
LE PROSPETTIVE DEL GRUPPO
Weinstein ha rivelato di aver dedicato molto tempo a tre marchi-chiave di Carnival Corporation per “valutare le opportunità” che offre il mercato.
“Questi marchi sono Costa Crociere, Holland America e Princess. Le attività in corso sono significative: stiamo monitorando centinaia di cose, alcune grandi, altre piccole, che alla fine porteranno a miglioramenti significativi”, ha garantito il numero uno di Carnival.
Weinstein ha aggiunto che l’obiettivo è “migliorare la gestione delle entrate” e che “l’azienda continua ad adattarsi a un ambiente di prenotazione in evoluzione e a studiare dati e approfondimenti sui passeggeri” per raggiungere i migliori obiettivi.
“Il coinvolgimento e la trasparenza che caratterizzano queste sessioni di ‘branding’ sono stati fantastici – ha detto – Il senso di urgenza che questi leader hanno nel portare avanti i loro marchi è reale”.

Insomma, pare di capire che le novità all’orizzonte siano tutt’altro che irrilevanti. Ma in questo momento fare ipotesi è un esercizio troppo arduo e forte è il rischio di partorire conclusioni inattendibili.
Qualche elemento oggettivo, comunque, c’è. A colpire sono essenzialmente due passaggi delle parole di Weinstein. Il primo è il riferimento a tre brand specifici, tra i quali Costa Crociere: Miami ha già ‘sottratto’ al marchio italiano tre navi (Firenze, Venezia e Luminosa), dirottandole sul mercato americano, una scelta dettata da motivi di mercato (cinese soprattutto) ma che non è certo passata inosservata tra gli addetti ai lavori. Il secondo è il richiamo alla “migliore gestione delle entrate” correlata all’analisi delle abitudini dei clienti e alla valutazione dei singoli brand.
Probabile che nei prossimi mesi le strategie di Carnival inizino a prendere forma e consistenza. Nel frattempo, non ci resta che drizzare le antenne in direzione Miami.