Lavoro Porti

Legge sulla Concorrenza, via libera del Governo. L’affondo dei sindacati: “Mercato del lavoro a rischio nei porti”

Reazioni negative da parte di Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti che confidano in una serie di modifiche al disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri

Genova – Il Disegno di legge sulla Concorrenza, approvato dal Consiglio dei Ministri, sta facendo rumore nella comunità portuale. Il fronte è compatto perché le paure si stanno moltiplicando. “Da una prima analisi del testo che sta circolando siamo particolarmente preoccupati per la riscrittura della norma sulle concessioni delle aree demaniali”, spiega a Shipmag il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo. “E intravediamo – aggiunge – un chiaro tentativo di destrutturazione del mercato regolato del lavoro portuale considerando l’utilizzo del personale nell’ambito del superamento del divieto di cumulo delle concessioni. Analoga preoccupazione – rincara la dose Colombo – la intravediamo sul tema della determinazione dei canoni di concessione che scaturirebbero da una contrattazione piuttosto che da parametri predeterminati”.

Maurizio Diamante, segretario nazionale della Fit-Cisl, sottolinea invece che “l’attuale testo vigente, quindi l’art. 18 della legge 84/94, non debba essere modificato. Questo per evitare il pericolo di limitare la concorrenza nei e tra i porti italiani”. Accende poi i riflettori su un aspetto Claudio Tarlazzi, segretario generale Uiltrasporti: “Il Decreto legislativo 169/2016 modificando la legge 84/1994 ha razionalizzato 57 porti italiani in 16 sistemi portuali tutti di interesse internazionale al fine di sviluppare l’economia del Paese attraverso una riorganizzazione complessiva ed una migliore pianificazione e programmazione degli investimenti.  La ratio della legge 84/1994 era proprio quella di stimolare la concorrenza nel settore portuale in un contesto comunque regolato. Questo ha fatto sì che i porti si siano sviluppati evitando le degenerazioni che registriamo in altri settori, come ad esempio la logistica, dove la competizione è basata sulla compressione dei diritti dei lavoratori o sulla  logica del minor costo.  Questo però non ha impedito che la  competizione si sviluppasse all’interno dei porti”. 

Tarlazzi prosegue: “Nel nuovo contesto disciplinato dal decreto legislativo del 2016 con l’aggregazione di più porti nello stesso sistema in teoria si sarebbe dovuto dar vita a sistemi portuali più forti in grado di meglio competere tra loro e con altri sistemi europei, ma non al loro interno e comunque salvaguardando il sistema delle regole che li disciplinano”.

Secondo il segretario generale di Uiltrasporti, “l’impatto che può generare la norma introdotta nel Ddl Concorrenza va valutato sui diversi sistemi portuali perché tra loro insistono condizioni diverse tanto da generare per alcuni il rischio di pericolose concentrazioni del mercato, per altri l’impatto potrebbe avere un effetto diverso qualora in quel sistema siano presenti molte imprese terminaliste tali da produrre un sistema competitivo molto sviluppato”. 

“Per queste ragioni – conclude Tarlazzi – ritengo indispensabile il parere della commissione consultiva per regolare il confronto tra gli stakeholders di quelle comunità portuali che dovranno essere chiamate ad esprimersi sul punto. In particolare non dovrà essere possibile derogare in tema lavoro e dovrà essere vietata la fungibilità dei lavoratori perché determinerebbe un disequilibrio nella stessa comunità portuale”.