Genova – “Allo stato attuale è molto difficile fare previsioni anche a breve termine. Tutto dipenderà dall’estensione dell’epidemia a livello globale, dalla sua durata nel tempo, dalla possibilità che il momento di crisi si esaurisca, o quanto meno si attenui, nell’arco di pochi mesi”. E’ uno dei passaggi chiave dell’ultimo rapporto – “Outlook 2020 – realizzato dal Centro Studi Fedespedi, in sinergia con World Capital e Srm, che esce nel pieno della crisi causata dal Coronavirus.
Servizi marittimi cancellati
Lo studio fa il punto sulla situazione macroeconomica italiana e sui traffici marittimi, aerei e autostradali relativi al 2019, con uno sguardo proiettato al 2020. Un anno, secondo Fedespedi, che si presenta quanto mai incerto per le preoccupazioni alimentate dal Covid-19, che si aggiungono a quelle precedenti legate soprattutto alle politiche commerciali protezionistiche e alle tensioni nel Medio Oriente. Per quanto riguarda il futuro dei traffici marittimi, lo studio prende come punto di riferimento i dati di Alphaliner, i quali sottolineano che la crisi del Coronavirus ha portato non solo alla cancellazione di servizi marittimi dalla Cina, ma anche all’aumento delle portacontainer inattive per una capacità totale di 2,04 milioni di teu (8,7% della capacità totale di 23,577 milioni di teu), sorpassando il naviglio inattivo per 1,52 milioni di teu durante la crisi del 2009 e quello per 1,59 milioni di teu della crisi Hanjin del 2016.
Volumi container in frenata
Dal lato del traffico, sempre secondo Alphaliner, il coronavirus potrebbe ridurre i volumi di container nei porti cinesi di oltre 6 milioni di teu nel primo trimestre dell’anno, con una flessione del traffico globale dello 0,7%. Fedespedi ricorda che le aree interessate rappresentano l’80% del Pil cinese e il 90% dell’export. Inoltre è stato stimato che dal 30% al 60% della capacità lungo le rotte Asia Europa, transpacifiche e interregionali, è stata cancellata. In Cina, al momento attuale, è forte la spinta alla riapertura delle fabbriche, che sta già avvenendo nonostante i rischi connessi. Se il processo dovesse continuare anche i valori dell’offerta di stiva dovrebbero tornare alla normalità, entro qualche settimana.
Porti italiani
I porti italiani nel 2019 hanno movimentato 10,63 milioni di teu, con un aumento dell’1,8% rispetto al 2018. Ottimi i risultati di alcuni scali come Napoli (+20,8%), Livorno (+19,4%) e Trieste (+8,8%). Buoni anche i risultati di alcuni porti minori come Ancona (+10,8%) e Civitavecchia (+3,8%). Il porto di Genova, nonostante le note difficoltà che ha dovuto affrontare, realizza comunque una crescita, seppur modesta, dello 0,2%. Da rilevare, da una parte la ripresa del traffico nel porto di Gioia Tauro (+8,4%), conseguenza probabile dei nuovi assetti proprietari del terminal container, dall’altra l’accentuarsi della crisi del porto di Cagliari (-55,1%) dopo l’uscita di Contship come gestore del terminal e l’abbandono della toccata da parte di Hapag Lloyd. I principali porti del Mediterraneo hanno movimentato complessivamente 30,7 milioni di teu con un aumento dell’11,5% sul 2018. Da segnalare le decise crescite di Tangeri (+38,2%) e del Pireo (+28,1%), diventato il maggiore porto del Mediterraneo. Per quanto riguarda i porti del Northern Range l’aumento è stato del 2,5%.
Traffico aereo cargo
Il 2019 è stato un anno difficile per quanto riguarda il cargo aereo italiano, che ha evidenziato nel corso dell’anno una flessione del 3,2%, con punte del -7,3% a Bologna, del -6,0% a Venezia e del -5,5% a Roma Fco. Anche Milano MXP, il maggiore aeroporto italiano, ha evidenziato una flessione del 2,5%. In controtendenza alcuni aeroporti minori come Brescia (+29,1%), Pisa (+11,2%) e Taranto (+11,0%).