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Green Pass, domani scatta l’obbligo al lavoro: Tir e porti osservati speciali

La logistica sarà il banco di prova con l’avvio della certificazione obbligatoria. Trieste e Genova sono a rischio. Autotrasporto in allarme per il tema degli autisti stranieri

Roma – Da domani sarà obbligatorio il Green Pass sui luoghi di lavoro e diversi settori sono in allarme perché la platea di lavoratori sprovvisti del certificato verde è più ampia di quanto stimato dal governo nei giorni scorsi, con alcuni settori in allerta a causa del rischio di importanti defezioni. Non c’è solo la situazione dei porti a destare preoccupazione, ma anche quella dell’autotrasporto con tutte le associazioni di categoria in forte agitazione.

La situazione nei porti

Pariamo dai porti. In particolare, dal caso di Trieste. Qui la situazione, come ha ricordato ieri il presidente dell’Authority Zeno D’Agostino, è “anomala”: con portuali vaccinati ma contro il Green Pass che manifesteranno ad oltranza se il certificato verde obbligatorio non sarà rimosso e altri portuali non vaccinati ma disponibili a fare tamponi gratuiti per ottenere il Green Pass e andare a lavorare. La protesta dal porto di Trieste, come segnalato da ShipMag, potrebbe allargarsi come un domino in altri scali della Penisola. E degenerare alla luce della “comunicazione urgente” di ieri della Commissione di Garanzia indirizzata al Gabinetto del Ministero degli Interni in cui vengono dichiarati “illegittimi” gli scioperi nazionali contro il Green Pass.

Anche il porto di Genova, dove è attorno al 20% la percentuale di chi non ha la certificazione verde, è in corso la protesta dei Tir al terminal PSA di Pra’, il più importante del sistema portuale ligure, e le Rsu sono in lotta per il contratto integrativo e hanno rigettato la proposta economica dell’azienda, confermando lo sciopero fino a domenica.

Nel capoluogo ligure, però, un punto d’incontro sui tamponi l’hanno trovato, ha spiegato nei giorn iscorsi il capo dei camalli, il ‘console’ Antonio Benvenuti: i portuali potranno farli ad un prezzo ulteriormente ridotto grazie ad un accordo con due farmacie. In più, alcuni terminalisti del porto di Genova pagheranno i tamponi ai dipendenti che non hanno il Green Pass. Lo ha fatto sapere ieri Beppe Costa, presidente dell’associazione dei terminalisti genovesi di Confindustria al termine della riunione.

Tra queste ci sono il terminal PSA di Prà e il Porto Petroli. “La decisione è singola di ogni azienda, alcune hanno dato la disponibilità altre sono libere di scegliere. Come Confindustria ribadiamo che le norme dicono che il tampone lo paghi il lavoratore”, ha però puntualizzato Costa.

Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi, in quelli di Livorno, Piombino, Venezia, Chioggia e Monfalcone. A Palermo solo il 7% dei 450 lavoratori non è vaccinato.

Autotrasporto nel caos

Desta particolare preoccupazione anche il comparto dell’autotrasporto e della logistica. Su gomma si muove quasi il 90% delle materie prime che il nostro Paese utilizza nella produzione industriale o in quella di beni alimentari. Secondo il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, Paolo Uggè, si aggira intorno al 30% la percentuale di autotrasportatori senza vaccino. “Sono in gran parte lavoratori stranieri, ma ci sono anche diversi italiani”, ha dichiarato. Ma in questo caso a determinare il rischio del blocco non c’è solo lo scetticismo nei confronti dei vaccini anti-Covid ma anche l’impossibilità di accedere al Green Pass per i lavoratori stranieri a cui sono stati somministrati vaccini non riconosciuti dall’Ema, in particolare con il vaccino russo Sputnik”.

Anche Confetra ha lanciato l’allarme sul rischio paralisi del sistema logistico nazionale. “La nostra Confederazione raccoglie400 mila autisti, stimiamo che il 30% di oro non abbia il Green Pass e che dunque tra pochi giorni si debbano fermare”, ha avvertito il direttore generale Ivano Russo.  Sulla stessa lunghezza d’onda, la FIAP (Federazione Italiana Autotrasportatori Professionali): “A partire da domani, per tutti i lavoratori sarà obbligatorio esibire il proprio Green Pass valido, con effetti fortemente negativi per il mondo dell’autotrasporto, già vessato da un grave caro carburante”.

Il provvedimento, secondo la Federazione, non tiene in alcun conto il ruolo chiave che il trasporto e la logistica rivestono per l’economia, né le criticità che già affliggono il comparto. “Molti di questi autisti sono sprovvisti di green pass – conferma FIAP –. Non necessariamente per una scelta personale di non vaccinarsi, ma perché non tutti i paesi esteri hanno adottato lo stesso provvedimento o “atteggiamento” rispetto a tale soluzione, oppure perché la vaccinazione effettuata nel Paese di origine non è riconosciuta. La situazione è dunque critica e rischia di avere un impatto devastante sul settore, già gravato da una allarmante carenza di autisti (si stima ne manchino circa 20/30 mila) di cui si discute da tempo”.

Rischio scaffali vuoti

In vista della protesta degli autotrasportatori per l’entrata in vigore dell’obbligo del green pass, anche Coldiretti scende in campo: “L’agroalimentare è il settore più sensibile perché ai ritardi e alla perdita di opportunità commerciali si aggiungono la distruzione e il deprezzamento che subiscono i prodotti deperibili come latte, carne, frutta e verdura per i quali va dunque garantita la consegne. Le difficoltà dei trasporti minacciano le forniture di oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio da parte delle 70mila industrie alimentari e 740mila aziende agricole presenti nel Paese”. .