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Guerra in Ucraina: i rischi energetici e per la sicurezza cyber nell’evento Assarmatori

L’evoluzione dell’attualità costringe il mondo assicurativo e legale a guardare con attenzione alle notizie che arrivano dal confine orientale ucraino

Genova – La guerra in Ucraina si avvicina al quarto mese di conflitto, e gli sforzi diplomatici ancora non hanno sortito l’effetto sperato di un cessate il fuoco. Oltre alle sanzioni messe in campo da Unione Europea, Regno Unito e Stati Uniti, lo scenario bellico taglia drasticamente le prospettive di crescita economica post Covid. Se il quadro generale è preoccupante, con una potenziale recessione dietro l’angolo, i rischi per le aziende del settore marittimo sono ancora più grandi.

«La tanto attesa ripresa produttiva ha subito l’impatto di un importante incremento nei costi dell’energia, comportando un danno non indifferente al sistema europeo», commenta Mark Lowe, Risk Manager di Pyramid Temi Group, intervenuto all’evento promosso da Assarmatori a Genova, lo scorso 18 maggio.

«L’invasione dell’Ucraina ha determinato anche una serie di risvolti imprevisti all’inizio, tra cui una potenziale crisi alimentare. Se la produzione agricola di Kiev è in grado di determinare i costi fissi del settore alimentare di decine di Paesi nell’area europea, mediterranea e africana, lo stop all’esportazione di grano, cereali e fertilizzanti potrebbe creare gravi instabilità in molte aree». Il comparto marittimo sta già subendo gravi incertezze, con la chiusura dei porti occidentali alle navi battenti bandiera russa e con i rischi di sicurezza connessi al trasporto commerciale. E anche i processi di protezione del personale di bordo mutano con lo scenario.

«Cambia la necessità di agire in modo concreto. E non solo nelle aree direttamente coinvolte, ma anche altrove, perché il rischio di ‘overspill’ impatterà non solo il Nord Africa ma anche diverse zone europee. Ogni organizzazione che impiega il suo personale all’estero deve sviluppare e implementare una serie di procedure tese a garantire la sicurezza dei suoi addetti all’estero. La situazione in Italia sta migliorando, sono sempre più le aziende che introducono procedure di Travel Risk Management, e la recente pubblicazione dello standard internazionale ISO31030 rappresenta un punto di riferimento molto importante».

L’evoluzione dell’attualità costringe anche il mondo assicurativo e legale a guardare con attenzione alle notizie che arrivano dal confine orientale ucraino. «I problemi legali di maggiore importanza sono legati all’applicazione e gestione della normativa sulle sanzioni internazionali, oltre all’applicazione delle clausole specifiche e dei rimedi contrattuali relativi ai cosiddetti “Rischi guerra”», rimarca Enrico Vergani, partner dello studio BonelliErede.

«Questo specialmente per offrire sicurezza ed efficienza nei traffici internazionali. Nel medio lungo periodo l’attenzione si sposterà sugli strumenti contrattuali e finanziari a sostegno della transizione ecologica, dell’approvvigionamento energetico e della tutela di infrastrutture ed asset strategici, siano essi fisici o digitali».

E proprio sul digitale il tema diventa complesso, alla luce delle attività di hacking messe in campo dalle strutture russe nei confronti di aziende, enti e istituzioni occidentali nel corso degli ultimi anni. Eppure il campo di battaglia parla di carriarmati e lanciarazzi, più che di sofisticati sistemi tecnologici. Il tema della cybersecurity è ancora caldo? «Assolutamente sì. Come ci ha ricordato pochi giorni fa Alessio Aceti, CEO di Sababa Security, “La Russia è ‘cintura nera’ nelle offensive cyber», afferma ancora Lowe.

«Il rischio maggiore si concentra sulle infrastrutture nazionali e il comparto finanziario, ma ciò non significa che aziende di minori dimensioni siano al sicuro. La sicurezza cyber dei porti e delle infrastrutture energetiche è cruciale, perché questa guerra ci sta dimostrando plasticamente quanto il mondo di oggi sia interconnesso e subisca notevoli ripercussioni appena c’è uno shock».