Roma – I commissari di Tirrenia in amministrazione straordinaria, Stefano Ambrosini, Beniamino Caravita e Gerardo Longobardi, contestano, in una nota, il contenuto “delle strumentali dichiarazioni rilasciate dal Gruppo Moby”.
L’esecuzione del sequestro dei conti Cin, “in ottemperanza al provvedimento del Tribunale di Roma del 4 marzo scorso, è per legge un atto dovuto”, precisano i commissari. “Nel caso di specie poi, tenuto conto della situazione in cui versano Cin e il Gruppo Moby nel suo complesso, l’iniziativa dei commissari rappresenta un rimedio indifferibile a tutela dei creditori di Tirrenia, come confermato dai Tribunali di Milano e di Roma, che vi hanno fatto luogo nonostante la sospensione dei termini disposta dal Decreto Cura Italia”. I commissari assicurano di aver agito “in piena intesa con l’Autorità di Vigilanza, che segue da tempo e con grande scrupolo e attenzione questo delicato dossier” e precisano di aver ricevuto la disponibilità di Cin a pagare il dovuto solo “ben venti giorni dal provvedimento di sequestro”.
L’offerta, inoltre, «non prevede né l’ammontare del pagamento offerto, nè l’indicazione delle relative tempistiche, né tanto meno alcuna forma di garanzia», aggiungono i commissari di Tirrenia, che considerano la proposta “irricevibile” e dichiarano di “non essere mai stati pregiudizialmente contrari a una trattativa che preservi lo svolgimento del servizio pubblico di trasporto”. “Il tentativo di Cin di strumentalizzare a proprio favore il drammatico frangente in cui si trovano l’Italia e il mondo intero”, concludono i tre commissari, “si commenta davvero da sé”.