Milano – Basta speculazioni, allarmismi e subito una cabina di regia con il ministero dei Trasporti per informare in modo corretto e uniforme, a livello nazionale, gli operatori portuali. E’ il “triplice” appello che arriva da Assiterminal, l’associazione italiana dei terminalisti, che lamenta un’eccessiva e generalizzata enfatizzazione nei confronti del fenomeno Coronavirus, a partire da alcuni esponenti di rilievo del cluster marittimo-portuale.

“In questi giorni, sentiamo posizioni estemporanee a tutti i livelli, anche nel nostro settore come quelle di AssArmatori, che chiede l’azzeramento della tassa di ancoraggio, e di Federlogistica, che chiede una riduzione dei canoni concessori. Il mio invito è quello di restare tutti calmi, uniti e valutare insieme l’impatto del virus a bocce ferme. Perché affrontare il problema in questi termini e con questi toni rischia solo di avere un impatto negativo maggiore sull’economia che non gli effetti stessi del virus”, obietta Luca Becce, presidente di Assiterminal. “E’ vero: le notizie che arrivano dalla Cina parlano già di un calo significativo dei traffici – aggiunge -. Però, il Coronavirus non è la peste: prima di farci prendere dal panico e cominciare a chiedere riduzioni o zero tasse, cerchiamo di affrontare il fenomeno in modo razionale, innanzitutto applicando con scrupolo tutte le indicazioni di carattere sanitario necessarie per il contenimento del virus”.
LEGGI ANCHE:
Coronavirus, Conftrasporto: “Il governo imponga un’unica regia. Rischiamo il collasso”
In questi giorni, il ministero dei Trasporti non sta dando risposte? “Non siamo contenti, diciamo che ci risponde poco – risponde Alessandro Ferrari, direttore generale di Assiterminal -. Al ministero della Salute abbiamo invece un canale diretto con la divisione del dottor Dionisio, e lo stesso accade con Confindustria che ci sta aiutando nella gestione dell’emergenza per fornire contributi utili ai nostri associati. Ad esempio, sappiamo che è pronto un Dpcm con il quale il Governo dovrebbe dare priorità nella fornitura di dispositivi di protezioni individuali e di presidi sanitari per gli operatori. Tramite la struttura confindustriale abbiamo la possibilità di accelerare queste comunicazioni agli associati”. Il discorso cambia quando si parla del cluster marittimo-portuale: “Stiamo cercando di avere un coordinamento anche con le associazioni di categoria del nostro settore. Coordinamento che fino ad oggi non c’è stato, a differenza del mondo aeroportuale che, grazie all’Enac, ha creato un punto di raccordo per divulgare informazioni univoche a tutti gli operatori della filiera”, osserva il direttore.

Che cosa sta accadendo nei porti italiani? “Fino a 2 giorni fa Assiterminal e Confetra hanno chiesto al ministero dei Trasporti di creare una cabina di regia o dei punti di contatto sul territorio per ricevere informazioni uniformi.
LEGGI ANCHE: “Coronavirus, troppi vincoli per la merce, la logistica è al collasso”