Hong Kong – I volumi di container di Hong Kong sono diminuiti di oltre un milione di container nel 2019 (-6,3%) a 18,36 milioni di teu, facendo slittare il porto all’ottavo posto nelle classifiche globali, secondo il dipartimento marittimo di Hong Kong. Shanghai ha mantenuto la sua posizione di vertice con un aumento dei volumi del 3,1%, a 43,3 milioni di teu, mentre i volumi di Singapore (secondo porto della graduatoria) sono aumentati dell’1,6%, a 37,2 milioni di teu. Nel frattempo, Qingdao è salita dell’8,7% a 21 milioni di teu.
Il direttore esecutivo del Consiglio dei caricatori di Hong Kong, Sunny Ho, ha dichiarato che quello di Hong Kong è stato l’unico tra i primi 10 porti al mondo con una crescita negativa l’anno scorso, “sebbene la crescita di Shenzhen, Singapore e Busan sia stata tutt’altro che impressionante”.
Il distretto manifatturiero del Pearl River Delta (PRD) è stato un fattore chiave che ha influito sulle prestazioni di Hong Kong. “Il Prd sta subendo una grande trasformazione”, ha detto Ho. “Ad esempio, mentre Shenzhen e Guangzhou sono attualmente i principali centri It, non solo nella Cina continentale, ma su scala globale, le tradizionali attività produttive ad alta intensità di manodopera e di basso valore nel Delta stanno svanendo”. La tendenza ha avuto inizio nel 2005, ha affermato Ho, e la guerra commerciale Usa-Cina ha accelerato il passaggio. “Si prevede che la riallocazione degli impianti di produzione dal Prd alla regione dell’Asean, in particolare Vietnam, Tailandia, Malesia, Asia meridionale e persino Africa, continuerà quest’anno e oltre”.
“I caricatori di Hong Kong sono di ovviamente preoccupati, ma con un traffico superiore a 18 milioni di teu il porto è ancora uno dei più importanti al mondo. L’impatto maggiore è per gli operatori di terminal container e i loro clienti, principalmente case di spedizione”.