Bruxelles – L’osservatorio allestito dall’International Association of Ports per valutare l’impatto di Covid-19 sulla portualità, nel suo secondo rapporto, ha avvertito che esiste un rischio di saturazione in alcuni terminal automobilistici provocato dal fatto che i rivenditori non ritirano i nuovi veicoli a causa della paralisi di vendite.
Secondo i dati forniti dal direttore generale dell’International Association of Ports, Patrick Verhoeven, questo rapporto ha coinvolto novanta porti in tutto il mondo, con il contributo di nuovi rappresentanti provenienti da Africa, Sud America e Caraibi.
L’osservatorio, che aveva già lanciato l’allarme nel suo primo rapporto sull’accumulo di merci come primo effetto globale della crisi del Coronavirus, indica che il 35% dei porti segnala un aumento dell’occupazione delle strutture di stoccaggio e distribuzione di alimenti e forniture mediche, e che alcuni siti segnalano carenze di capacità. Nonostante il fatto che lo studio osservi una diminuzione del numero di porti che segnalano un notevole aumento dei livelli di occupazione (dal 10 al 2% questa settimana), è evidente anche un aumento della percentuale di siti che devono affrontare grandi aumenti di occupazione o, direttamente, di carenza di capacità (11% contro 8% la scorsa settimana).
Nonostante questi primi effetti, l’ esperto marittimo Theo Notteboom avverte che le conseguenze definitive di questa crisi non sono ancora state percepite. “Nelle prossime settimane ci saranno importanti cambiamenti nei flussi di merci, mentre già ora iniziamo a vedere l’impatto delle cancellazioni dei servizi, in particolare nel settore del trasporto di container, sui principali scambi commerciali tra Asia, Europa e Pacifico”.
“Ciò si estenderà anche ad altre rotte commerciali, quindi è di vitale importanza tenere sotto osservazione l’impatto complessivo su scali, operazioni, restrizioni, personale portuale, trasporto interno e stoccaggio, nonché le prospettive future per commercio internazionale da e per i porti“, secondo Notteboom.
Da parte sua, l’altro coautore di questo rapporto, Thanos Pallis, ha sottolineato “il crescente interesse dei porti” a partecipare a questi studi statistici. Un fenomeno che “ci ha permesso di dettagliare l’esatta tendenza e che speriamo ci consenta di avere la stessa precisione nel prossimo report”.