Raffaele Tamborrino è un avvocato e General Manager di IC&Partners Shanghai; da quattordici anni lavora in Cina dove fornisce assistenza alle società straniere che operano in questo mercato. Ha scritto un libro, pubblicato anche in cinese, di divulgazione filosofica (Lettere a Sofia sulla felicità: Lezioni di vita ispirate da Socrate, Platone e Aristotele). Pubblichiamo una sua intervista.
Qual è l’attuale situazione dell’epidemia da Covid-19 in Cina?
“In Cina abbiamo avuto un miglioramento sorprendente in soli due mesi, passando dalla drammatica diffusione epidemica di fine gennaio alla situazione odierna che vede la quasi totalità della popolazione ritornata ad una vita normale, pur mantenendo attive alcune misure di prevenzione che condizionano in misura minima la quotidianità e l’attività lavorativa. Questo risultato è legato non solo alle draconiane misure di contenimento del virus varate dalle autorità locali ma anche al forte impegno del popolo cinese nell’intraprendere un’azione collettiva contro il virus. In questi giorni drammatici per l’Italia, mi viene spesso chiesto un messaggio di speranza in quanto testimone di come è stata gestita l’epidemia da Covid-19 in Cina. Alla domanda, che riecheggia quella fatta alla sentinella della Bibbia (quanto resta della notte?), rispondo che occorre affrontare circostanze difficili come queste con il pessimismo dell’intelligenza e l’ottimismo della volontà: ritengo che la curva epidemica scenderà presto anche in Italia se tutti si impegneranno con senso civico ad osservare le regole di prevenzione previste dalle autorità governative e sanitarie.
Quali misure sono state adottate in Cina per raggiungere questo risultato?
Alcune misure adottate dal governo italiano in questi giorni sono simili ai principali provvedimenti varati dalla Cina nel periodo più critico dell’epidemia per ridurre la trasmissione del contagio (alcuni di questi provvedimenti oggi non sono più in vigore, a seguito del superamento dell’emergenza): interruzione delle attività lavorative (seguito da un periodo di notevole utilizzo del lavoro da casa), obbligo di soggiorno domiciliare, chiusura di scuole, università, musei, centri sportivi, forti limitazioni negli spostamenti tra le diverse province e isolamento delle città con i principali focolai epidemici. L’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto che una delle misure più efficaci per il contenimento dell’epidemia in Cina è stata la fortissima sorveglianza proattiva per identificare i possibili casi sospetti: controlli diffusi sul territorio, moltissimi tamponi, isolamenti immediati, imposizione della quarantena alle persone che aveva avuto contatti con le persone risultate positive al Covid-19″.
Qual è stato il ruolo della tecnologia nella battaglia della Cina contro il Coronavirus?
“Per realizzare un sistema di forte monitoraggio e isolare le persone a rischio, le autorità cinesi hanno fatto ampio uso di intelligenza artificiale, big data e tecnologie evolute come il riconoscimento facciale. Ancora oggi, chi vuole accedere in luoghi pubblici deve mostrare un QR Code (rilasciato da un’applicazione sul proprio cellulare) che ha un diverso colore a seconda del grado di rischio: sulla base dei luoghi visitati, delle informazioni personali e dei big data relativi all’epidemia, ad ognuno viene assegnato un QR Code verde (che segnala l’assenza di rischi) oppure un QR Code giallo (che indica un rischio moderato e può comportare un breve periodo di isolamento) o un QR Code rosso (rivelatore di un rischio elevato, con conseguente obbligo di trascorrere quindici giorni in quarantena)”.
Quali misure sono ancora presenti in Cina per impedire che il virus possa tornare a diffondersi?
“Viene mantenuto un sistema di monitoraggio del territorio che vede la presenza di numerosi check-point per verificare l’identità e la temperatura corporea di ogni individuo: le amministrazioni dei condomini (sia residenziali che adibiti ad uffici), i centri commerciali, i ristoranti ed, in generale, tutti coloro che gestiscono un’area aperta al pubblico hanno la responsabilità di effettuare il rilevamento della temperatura sulle persone che accedono agli ambienti di loro competenza. Dopo aver azzerato i nuovi casi di Coronavirus sul fronte interno, ora le autorità cinesi cercano di arginare il più possibile i contagi di ritorno: sono stati istituiti rigidi controlli negli aeroporti per tutti i passeggeri che arrivano dall’estero ed è previsto l’obbligo di quarantena per chi ha visitato recentemente le aree più colpite dal virus”.
Le imprese cinesi hanno ripreso a lavorare a pieno regime? Ci sono state misure di sostegno alle aziende?
“La fine dell’emergenza sanitaria ha favorito una rapida ripresa delle attività per quasi tutte le aziende (dopo un periodo di chiusura che si è protratto da fine gennaio e metà febbraio); oggi la “fabbrica del modo” è tornata ad essere pienamente operativa anche se la strada della ripresa si prospetta in salita perché negativamente condizionata dalla crisi in atto nelle principali economie del mondo a causa della pandemia. Per favorire la ripresa, il governo centrale e le amministrazioni locali hanno adottato misure di sostegno per le piccole e medie imprese quali sussidi, sgravi contributivi, rimborso dei premi assicurativi contro la disoccupazione, posticipo dei termini per il pagamento delle imposte, esenzione o riduzione dei canoni di locazione degli immobili (se di proprietà statale), accordi con le banche per un incremento dei prestiti per le PMI, la riduzione dei costi di finanziamento, la possibilità di prorogare i termini per il rimborso dei prestiti”.