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Ferrari (Assiterminal): “Rischio boom per il costo concessioni, Governo cambi marcia nel Milleproroghe”/L’intervista

Il direttore dei terminalisti italiani: “Vogliamo fa parte dei tavoli decisori sulla governance portuale e portare le nostre idee”

Genova – Lancia l’allarme a ShipMag il direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari sul rischio aumento dei canoni concessori nel 2023: “C’è il rischio che crescano fino al 33%”. Si aspetta un intervento in extremis dal Governo e sottolinea con amarezza un aspetto: “Siamo vittime di una burocrazia miope e sganciata dai principi economico finanziari che dovrebbero governare il rapporto sulle concessioni e la dialettica tra terminalista e AdSP, ovvero tra privato e pubblico”.

Quale è il vostro giudizio sulla legge di bilancio? 

“Constatiamo, come abbiamo avuto modo di condividere con altre associazioni, che per il comparto della portualità e dell’intermodalità le istanze principali che avevamo promosso non sono state accolte. Siamo riusciti solo ad affermare l’importanza di avviare un percorso, attraverso l’istituzione di un fondo quadriennale ad hoc per terminal operators e imprese portuali, funzionale a promuovere formazione, sistemi di sicurezza e assorbimento costo patenti guida; questo sicuramente è un risultato importante per rendere più efficienti i nostri processi organizzativi e migliorare la qualità del lavoro dei nostri collaboratori – e ringraziamo l’Onorevole Traversi per averci accompagnato nel percorso – ma è imbarazzante che Governo e Parlamento non siano intervenuti su altre proposte strutturali (intermodalità e comunità energetiche portuali) e sul tema emergenziale principale: l’aumento spropositato e senza senso dei canoni concessori”.

Cosa chiedete al Governo ? 

“Che nel Cd Milleproroghe si possa procedere alla sterilizzazione di questo aumento che porterebbe il costo della concessione a un +25.1% che sommato a quello dell’anno scorso produce un + 33%. E’illogico. Poi ovviamente, come chiediamo da un anno, che si possano rivedere i criteri oggi vigenti. La norma che fissa i criteri di indicizzazione di tutti i canoni demaniali, da quelli balneari a quelli portuali, è del 1993 (ante riforma del 84/94): è evidente che vanno rivisti i criteri quantomeno per il nostro settore. Siamo vittime di una burocrazia miope e sganciata dai principi economico finanziari che dovrebbero governare il rapporto sulle concessioni e la dialettica tra terminalista e AdSP, ovvero tra privato e pubblico”.

Nel 2023 quali sono le vostre priorità? 

“Far parte dei tavoli decisori sulla governance portuale, dire la nostra, portare le nostre idee, i nostri progetti, la nostra visione … che è quella di chi nei porti produce, di chi nei porti crea lavoro, di chi vuole regole chiare, trasparenti e uniformi, con un decisore e controllore centrale forte, strutturato e autorevole, e ADSP più moderne negli approcci e negli strumenti a disposizione, per cercare per esempio di uniformare le best practice che già oggi ci sono. Le priorità sono le solite da almeno tre anni: reali misure per incentivare e misurare la capacità per rendere più efficienti l’intermodalità ferrovia/porto; strumenti efficaci e esigibili dal punto di vista di sostenibilità energetica delle banchine, a iniziare dall’autonomia energetica degli operatori per poi rendere i nostri porti attrattivi per i clienti dello shipping che si stanno attrezzando con fonti di propulsione alternative; razionalizzazione e semplificazione nei sistemi di governance e chiarezza tra regolazione e regolamentazione; affermare il principio del riequilibrio economico finanziario nelle concessioni portuali; finalizzare i nostri progetti (port people value, port safety value, port digital&innovation)”.

Quali preoccupazioni per il 2023? 

“Partiamo dal presupposto che i traffici crocieristici sono ancora distanti dai livelli del 2019, che si sono ridotti gli homeport, che le proiezioni di traffici import/export nel contesto dei container, dei livelli di produzione industriale e sull’andamento dei consumi, sono in contrazione per il prossimo semestre, che il contesto delle rinfuse – dal mondo breack bulck a quello alimentare continua a essere soggetto a oscillazioni troppo volatili in un contesto infrastrutturale che andrebbe intensamente riammodernato. Se leggiamo questa velocissima e superficiale analisi alla luce delle priorità non credo ci sia altro da aggiungere: pecchiamo di coerenza o di realismo?”.

Concessioni portuali, come intervenire? 

“Innanzitutto emanando il Regolamento in merito al quale credo ormai sia superfluo parafrasare anche S. Becckett. Saremmo curiosi di vederne i contenuti definitivi, il margine di dettaglio e di attualità, alla luce, per esempio della ormai evidente natura commerciale dei canoni concessori, e quanta uniformità di criteri e principi produrrà la sua applicazione: diversamente sarà inutile. Non insistiamo sul tema del riequilibrio per velleità: siamo fermamente convinti che servano strumenti dinamici di gestione delle concessioni in linea con gli andamenti dei piani economico finanziari, con le dinamiche commerciali e di mercato, con gli investimenti e con la capacità di produrre di un terminal, tenendo conto anche degli scenari geopolitici ed economici: il tutto in una dinamica dialettica tra concedente e concessionario. Siamo ripetitivi? Si forse”.

State facendo un lavoro importante sulla digitalizzazione, quali sono i prossimi passi? 

“Raccogliere in modo organico tutte le informazioni che abbiamo reperito dalle nostre aziende e dialogare con Ministero (i) e RAM per costruire un percorso virtuoso che possa accelerare la maturità digitale delle nostre aziende in un contesto che deve crescere in modo uniforme nella gestione e condivisione dei dati. L’interoperabilità dei dati e dei processi digitali (partendo da quelli informatici) è strategica tanto quanto la sostenibilità energetica e sociale del nostro comparto: RAM sta facendo un grande sforzo per portare a sintesi gli attori della supply chain. Lavorare su progetti concreti rafforza la relazione tra associazione e aziende, stiamo vivendo una bellissima esperienza. A proposito i nostri progetti possono essere condivisi anche con altre associazioni ovviamente! L’obiettivo è lavorare per il sistema delle nostre aziende; noi siamo inclusivi e aperti a collaborare a beneficio di tutto il settore, sempre”.