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“Lo Stato entri nelle imprese, solo così potremo salvare le nostre aziende” / L’intervento

L’intervento di Maurizio Maresca, ordinario di Diritto Internazionale all’Università di Udine

Genova – L’emergenza Covid 19 impone anche alle amministrazioni locali di sostenere l’economia del territorio anche con strumenti straordinari. Strumenti che devono aggiungersi a quelli nazionali.

Maurizio Maresca

Come è noto il mercato italiano e’ in genere debole e sottopatrimonializzato: spesso male organizzato e poco competitivo a causa di mancate scelte del passato e’ però innovativo e di reputazione in ambito internazionale anche per le caratteristiche di persone che spesso fanno la differenza.

La crisi Covid 19 rende il nostro paese estremamente a rischio: il rischio di chiusura delle imprese che non ce la fanno a superare la fase odierna e il rischio di acquisizione da parte di imprese straniere a prezzi che sono una frazione rispetto anche solo a 15 giorni fa.

Al di là dell’intervento pubblico di sostegno generale alle piccole e medie imprese per risolvere criticità e salvaguardare posti di lavoro, assolutamente essenziale (con l’auspicio che, tuttavia, le risorse siano ben impiegate), si rafforzano strumenti di finanza costruiti dal pubblico insieme alle categorie, ad imprese e alle università piu’ attente allo sviluppo del territorio che, d’intesa con la finanza (grandi banche, fondi ecc.), si danno l’obbiettivo di sostenere e promuovere l’impresa competitiva (in genere media o piccola) che affronta la grave congiuntura della società di oggi.

In breve l’ipotesi è quella di uno “strumento” a regia pubblica che coordina l’acquisto di quote significative, ma di minoranza, in imprese che meritano di essere preservate ed anzi rilanciate. In alcuni casi l’intervento puo’ essere finalizzato anche a risolvere alcuni criticità organizzative che fino ad oggi hanno reso più difficile la competizione. Questo obbiettivo non si realizza necessariamente promuovendo concentrazioni fra imprese di minore dimensione (si pensi alle imprese dell’agroalimentare di molte regioni italiane od alle imprese di trasporto impegnate in un cambiamento per conseguire obbiettivi di modal shifting): si tratta di favorire con strumenti giuridici nuovi, anche in Italia, la crescita di European Champions fortemente coordinati che originano dalla piccola e media impresa.

Questa forma di intervento pubblico nell’economia, del tutto coerente con gli orizzonti dell’Unione europea a decorrere dal 2017, deve essere posta in essere con una logica di mercato ma

1 – evitando del tutto il controllo delle imprese partecipate (la partecipazione non deve superare il 25%)

2 – assicurando che la gestione resti in capo all’imprenditore originario (al quale si deve il successo dell’azienda) magari assistito, nel caso di necessita di riorganizzazione, da esperti e

3 – ad un prezzo di mercato ma che coincida con quello precedente alla crisi.

E’ molto interessante che le banche principali, quelle in qualche modo chiamate ad offrire un servizio di interesse economico generale, siano pronte a sostenere un progetto strategico per il Paese