I superconduttori, utilizzati per la fusione nucleare e la ricerca al Cern di Ginevra, salgono a bordo delle navi. Potranno essere impiegati in un futuro non molto lontano per l’accumulo di energia a supporto delle batterie elettriche
Genova – I superconduttori salgono a bordo delle navi. La tecnologia utilizzata per la fusione nucleare e la ricerca al Cern di Ginevra potrà essere impiegata in un futuro non molto lontano per l’accumulo di energia a supporto delle batterie elettriche delle unità marittime. Si chiama V-Access (“Vessel Advanced Clustered and Coordinated Energy Storage Systems”) ed è un progetto finanziato anche dall’Unione Europea con 5 milioni di euro. L’iniziativa combina gli sforzi di 14 partner internazionali che mirano a riunire le competenze su supercondensatori, sistemi di accumulo di energia magnetica superconduttivi (Smes), progettazione e controllo di sistemi di alimentazione di bordo, elettronica di potenza, analisi del ciclo di vita, e la classificazione delle navi per aumentare il livello di prontezza tecnologica (Trl) dei sistemi di stoccaggio ibridi, ovvero la combinazione di una batteria con supercondensatori, Smes o entrambi.
Gli ambiziosi traguardi di questo progetto vedono collaborare mondo della ricerca e dell’industria (Fincantieri con la controllata Vard, Skeleton Technologies, ASG Superconductors della famiglia Malacalza e Rina), con istituti di ricerca e università europee (Rse, Sintef, Università di Trieste, Università di Genova e Università di Birmingham).
La chiave di volta è il coinvolgimento delle università e delle aziende italiane nel portare le tecnologie supercapacitor (sono dei supercondensatori) e superconduttive a bordo per le navi elettriche. A cosa servono queste tecnologie? Di fatto a rendere più efficiente l’elettrificazione delle navi, perché supportano le batterie accumulando e rilasciando energia quando serve. Un esempio? Immaginiamo un traghetto che fa tratte brevi: le batterie funzionanocon regolarità nel dare energia in continuo, ma se servono picchi di potenza, come alla partenza o in fase di manovra d’attracco, vanno sotto stress. Con i sistemi di accumulo superconduttivi e supercapacitor, la nave ha riserve di energia da rilasciare alla bisogna.
Del resto il tema della transizione energetica è sempre più di attualità. Nel mondo ci sono più di 60 mila navi commerciali operative e rappresentano quasi il 3% delle emissioni globali di CO2. Ora, è ampiamente riconosciuto che è possibile ottenere notevoli risparmi di CO2 integrando elettrificazione e accumulo di energia con le batterie. In questo contesto, le innovative tecnologie di stoccaggio dell’energia possono migliorare significativamente le prestazioni del trasporto per vie navigabili a emissioni zero, prolungando la durata delle batterie, aumentandone l’efficienza complessiva e riducendo i costi operativi.
“Stiamo aprendo la strada verso Net Zero Vessel – ha detto il coordinatore del progetto Giorgio Sulligoi dell’Università di Trieste – concentrandoci su tecnologie elettriche innovative per lo stoccaggio e la gestione dell’energia a bordo nave”.
E Matteo Tropeano, Business development manager di ASG Superconductors ha aggiunto: “La nostra tecnologia superconduttiva MgB2 è già utilizzata in innovative applicazioni di elettrificazione come ad esempio al Cern. Questo progetto è per noi particolarmente interessante e sfidante perché ci permetterà di avvicinare la tecnologia superconduttiva ad applicazioni per la vita di tutti i giorni in un settore strategico come quello dello shipping”.