Milano – Il mercato del carico secco in sofferenza sta spingendo gli armatori a demolire parte del naviglio. Dal 1° gennaio a oggi sono state smantellate 20 capesize contro le 8 dello stesso periodo del 2019, secondo i dati di VesselValue. In totale, lo scorso anno sono state demolite solo 27 unità: a oggi il mercato ha già raggiunto oltre i due terzi delle demolizioni del 2019.
Il deterioramento dei noli sembra principalmente determinato dalla pressione sulle esportazioni di minerale di ferro del Brasile, dalla stagione annuale dei cicloni nell’Australia occidentale e infine da un forte calo delle importazioni cinesi in seguito all’epidemia di Coronavirus.
Di recente è stato annunciato che il più grande importatore giapponese di minerale di ferro, Nippon Steel, ridurrà drasticamente la produzione di acciaio. Questa riduzione della domanda di minerale di ferro giapponese potrebbe avere ulteriori effetti al ribasso sul mercato.
Va anche ricordato che il quadro normativo sta creando un incentivo per ulteriori demolizioni poiché le spese in conto capitale per rendere le navi più vecchie conformi alle nuove normative superano il ritorno sugli investimenti. Si prevede che la tendenza alla demolizione ridurrà la crescita della flotta, con conseguente possibile miglioramento dei mercati una volta che la domanda dovesse riprendersi.
Il 15% della flotta Capsize non è attualmente in navigazione, il che è un buon indicatore dell’utilizzo della flotta. Si tratta di quasi il doppio della media giornaliera del 2019 (8,5%). “Il mercato capesize dipende fortemente dalla domanda cinese di minerale di ferro, notevolmente diminuita a causa degli effetti economici del Coronavirus. Speriamo che gli effetti siano di breve durata e prevediamo un rimbalzo, e possibilmente un recupero positivo una volta ripristinata la normalità “, hanno spiegato gli analisti di VesselsValue.