Interviste Logistica

Palenzona: “L’Italia ha bisogno di un grande piano di manutenzione delle opere”

Roma – «Il crollo del ponte Morandi è stato un vero e proprio dramma. Un disastro di una gravità assoluta che ha causato la morte di 43 persone, un dolore insopportabile per tutte le famiglie delle vittime e la sofferenza di un’ intera città. Chi ha sbagliato deve pagare. Ma compete alla magistratura, che sta lavorando seriamente e bene, fare giustizia». Lo ha detto, in una intervista al Messaggero, Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat.

«Chi ha sbagliato pagherà – ha detto il manager piemontese -. Non si può però distruggere un sistema industriale su spinte emotive o demagogiche. Questo tipo di propaganda ha causato troppe volte la distruzione di interi settori produttivi. E l’ Italia non può certo permetterselo. Anzi, il Paese necessita di un grande piano di manutenzione straordinaria e di sviluppo tecnologico per ammodernare e sostenere Pil e crescita. Tutti insieme governo, istituzioni, imprenditori e banche devono mettere a punto un grande programma realizzabile di investimenti infrastrutturali per rilanciare il Paese». A proposito delle concessioni autostradali, Palenzona ha ribadito: «La mia posizione è chiara: non si deve annientare un sistema che ha fatto e fa scuola nel mondo, ne sono la prova gli investitori internazionali e globali presenti nei capitali delle società, crea occupazione, con livelli tariffari inferiori alla media europea e prestazioni di servizio equivalenti e a volte migliori. Una infrastruttura che ha contribuito e contribuisce alla crescita del Paese assicurando la mobilità di persone e merci più di qualsiasi altro settore».


Sul fatto che a Genova i controlli non hanno funzionato e sulla necessità di una riforma, Palenzona ha ammesso: «Si può fare tutto di comune accordo. Senza strappi e intenti vendicativi che non sono consoni alla natura stessa delle istituzioni. Tutto è migliorabile, anche ripensare una rimodulazione delle tariffe, per esempio in funzione della fluidità del traffico, ma prioritario per il Paese è assicurare gli investimenti indispensabili a una rete che ha 60 anni, è di proprietà dello Stato e ha assoluto bisogno di essere ammodernata».