EDITORIALE DEL DIRETTORE

Perché bisogna avviare subito l’iter per la nomina del nuovo presidente del porto di Genova

Dopo essere stato per lunghi anni un settore dell’economia nazionale quasi negletto – diciamolo: di serie B – , con l’esecutivo di Giorgia Meloni porti e shipping hanno conquistato un’inaspettata popolarità. E di questo al centrodestra di governo va dato atto. Senonché, forse presi dall’entusiasmo, hanno iniziato a occuparsene un po’ tutti, infischiandosi di prerogative e competenze, finendo inevitabilmente per pestarsi i piedi a vicenda.

Cinque ministri cinque, tutti a disegnare scenari sui porti, lanciare proposte, organizzare convegni. Così accanto al titolare del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, con il fido Edoardo Rixi, ecco agitarsi il ministro del Mare, Nello Musumeci, subito incalzato dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani (quello che propone la privatizzazione dei porti sul modello dello scalo turistico di Rapallo), il quale a sua volta è tallonato da Adolfo Urso, ministro delle Imprese, per finire con il ministro delle Regioni, Roberto Calderoli (poteva mancare Calderoli con i suoi disegni autonomisti?). E, per la verità, l’unico rimasto in silenzio, e forse qualcosa da dire potrebbe anche averlo, è Giancarlo Giorgetti, che come ministro dell’Economia ha pur sempre in mano i cordoni della Borsa.

E Sergio Crosetto? Alla Difesa fa capo la Marina Militare, e quindi porti, navi, arsenali. Finora non è intervenuto: forse era distratto.
Sarebbe una commedia buffa, se non fosse che la partita è terribilmente seria e si gioca sulla pelle di un settore, l’economia del mare, che vale il 26% del Pil italiano. Così, nella confusione generale, si tenta di far passare sotto silenzio la danza macabra che si sta effettuando sul porto di Genova. Così Paolo Emilio Signorini ha lasciato l’Adsp Genova-Savona-Vado per andare a ricoprire il ruolo di amministratore delegato dimezzato di Iren, con la nomina a commissario del segretario generale Paolo Piacenza. “Scelta in continuità, garantirà i progetti in essere”, si sono affrettati a commentare Rixi e il governatore della Liguria, Giovanni Toti. Qualche settimana prima, per quanto riguarda la AdSP Palermo/Termini Imerese/Trapani/Gela/Porto Empedocle che, al presidente Pasqualino Monti, nominato amministratore delegato di Enav, con le stesse motivazioni (“continuità, garantire i progetti”) è stato chiesto di rimanere anche al suo posto all’authority.

Due pesi, due misure: che strano.
Questo non fa altro che confermare i dubbi e i timori espressi a suo tempo da Shipmag: ossia che quando in campo ci sono altri interessi politici e personali, gli argomenti diventano molto elastici.
Altro elemento che stride. Il decreto di nomina a commissario di Piacenza, diversamente da altri commissariamenti, non è di sei mesi rinnovabili, stabilisce che resterà in carica “per il tempo strettamente necessario”. Incarico, tra l’altro, con funzioni e emolumento da presidente. Lo strettamente necessario, secondo Toti, sono i primi mesi del 2025. Il 2025 è l’anno in cui sono previste le elezioni regionali. E in cui potrebbero svolgersi anche le comunali se saranno confermati i rumors che vorrebbero a Palazzo San Giorgio proprio il sindaco Marco Bucci che ha spedito Signorini all’Iren. A questo punto la danza macabra vedrebbe Bucci in porto, Toti in Comune e, perché no, Rixi in Regione. Fantapolitica? Può darsi, ma la suggestione è forte. E poi, come diceva Giulio Andreotti, a pensar male…
Ma quello che preme qui sottolineare, è che la portualità del primo scalo italiano ha di fronte a sé un anno e mezzo di indeterminatezza e confusione di ruoli.

Una soluzione per spazzare via sospetti e disservizi, però, ci sarebbe. Il ministero dei Trasporti dovrebbe avviare subito la procedura di nomina del nuovo presidente. Non ha senso aspettare il varo di una riforma della legge 84/94 sui porti. E’ solo la foglia di fico che nasconde interessi personali e di partito a scapito dell’intero cluster marittimo-portuale. Abbiamo sentito un profluvio di complimenti e giudizi positivi su Piacenza: perché non aprire subito la procedura per la sua nomina a presidente? Non lo si ritiene adeguato? Salvini e Rixi individuino subito un valido candidato e facciano partire l’iter di nomina. In entrambi i casi Toti potrebbe dare subito la sua intesa e, fatti i necessari passaggi parlamentari, in due mesi i porti di Genove e Savona avrebbero il loro presidente, competente e profondo conoscitore del settore.