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Petroliere, pochi ordini nel 2019. Ma il mercato resta incerto

Milano – Il mercato delle petroliere ha archiviato un 2019 positivo e ha iniziato bene il 2020: l’allarme Coronavirus e le incertezze del commercio internazionale stanno tuttavia mettendo a rischio l’anno appena iniziato. Lo rileva Gibson nel suo ultimo report settimanale. Secondo il broker, il 2019 ha evidenziato una diffusa e solida crescita nel mercato delle cisterne: nel caso delle Vlcc, in noli sono saliti da una media di 18.500 dollari/giorno del 2018 a una media di 37.500 dollari, mentre le Aframax hanno fatto registrare un balzo da 10.500 dollari/giorno a una media di 28.000 dollari.


La sostanziale incertezza dei mercati e la sempre più difficile situazione del credito a livello globale hanno indotto gli armatori a ordinare circa 200 nuove navi nel corso del 2019, un dato in aumento del 39% rispetto al 2018 ma ancora molto lontano dalle 360 unità ordinate nel 2015. Gli armatori si sono rivolti principalmente a MR, Aframax/Lr2 e Suezmax, mentre gli ordini di Vlcc si sono fermati a quota 41 (un livello simile a quello dell’anno precedente).
Ad aumentare è stato anche il prezzo delle newbuilding. Per una Vlcc gli armatori hanno speso in media 92 milioni di dollari (4 milioni in più rispetto al 2018), mentre il prezzo medio di una Suezmax è salito a 62 milioni di dollari (+3 milioni). Sull’andamento dei prezzi ha inciso anche l’incertezza del settore cantieristico, che molto probabilmente vedrà accelerare il processo di consolidamento fra ex concorrenti.

La compagnia Sinokor ha messo a segno il contratto più corposo del 2019, ordinando 10 Aframax, 4 MR e 4 Vlcc:. In particolare, le Aframax saranno realizzare da Samsung e consegnate nel 2021: alimentate a Lng, saranno noleggiate a Shell. Le 4 Vlcc saranno invece costruite da Daewoo, mentre le MR da Hyundai Mipo.

A proposito del 2020, Gibson ha posto l’accento sulla potenziale reazione positiva dei mercati all’accordo fra Cina e Usa e la contestuale disponibilità di Pechino ad acquistare beni e servizi statunitensi per 200 miliardi di dollari, di cui 52 in prodotti energetici: un’intesa che potrebbe effettivamente giovare al settore cisterniero. Ciò malgrado, i target degli armatori si stanno posizionando a livelli più bassi a causa sia dell’emergenza Coronavirus, sia del “riemergere” del cantiere Cosco Dalian. Ma non c’è solo pessimismo all’orizzonte: il livello di ordini sostanzialmente basso del 2019, secondo il broker, potrebbe infatti favorire un periodo di crescita controllata della flotta mondiale, con positive ricadute sulla redditività del settore.