Roma – Una bomba ad orologeria pronta ad esplodere. E’ questa la sensazione che si tocca con mano dopo le dichiarazioni di fuoco di Enrico Luciani, presidente della Compagnia portuale dello scalo romano, rilasciate oggi in una diretta Facebook, con cui il console accusa il numero uno dell’Authority Francesco Maria di Majo di “farneticare” sulle attuali condizioni del porto, chiedendo pubblicamente alla ministra Paola De Micheli e al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti di “procedere il più velocemente possibile al commissariamento dell’Adsp con l’allontanamento di un presidente assolutamente incapace di gestire la crisi e, soprattutto, ignorante in materia portuale”.
Le dichiarazioni di Luciani arrivano un giorno dopo il comunicato dell’Authority in cui si sosteneva che almeno sul traffico della frutta e dei rotabili, due grosse fette delle merci movimentate dallo scalo della Capitale, il porto di Civitavecchia non ha assistito in queste ultime settimane a cali degli arrivi e delle partenze, anzi. Il presidente Majo ha infatti affermato che “negli ultimi quattro giorni ci sono state portacontainer sia nella banchina 24 che nella banchina 25, che scaricano frutta fresca in contenitori reefer, mentre la Traiana continua a scaricare merci alla rinfusa. Il traffico ro/ro e i traghetti proseguono con il solo traffico delle merci. Attualmente, infatti, la situazione emergenziale, contrariamente a quanto ipotizzabile, ha prodotto un considerevole aumento di lavoro, come confermatoci dalla Civitavecchia Fruit & Forest Terminal per quanto riguarda lo scarico della frutta”.
Luciani risponde a muso duro: “Sostenere che ci sia stato un aumento del lavoro in porto è una follia, considerato che c’è stata una riduzione del 30-40%. Senza considerare i precari che, in teoria, avrebbero dovuto iniziare a lavorare proprio ad aprile ma le attuali condizioni di mercato non lo hanno permesso. Di loro, se lo Stato non interviene, in qualche mondo se ne occuperà la Compagnia portuale. E’ una promessa. Per il resto, il traffico di cui parla Di Majo è solo temporaneo visto che le navi sono arrivate nel nostro porto solo perché non possono scalare quelli del Nord. Un episodio tutto casuale. Aprile e maggio segneranno la fine di tante imprese portuali. Anche Port Mobility, dopo aver incontrato i sindacati, sembrerebbe (in attesa di comunicazioni ufficiali) di aver deciso di mettere in cassa integrazione oltre la metà del personale”. Luciani conclude con una promessa: “Se la situazione non cambierà, i portuali di Civitavecchia, finita l’emergenza del Coronavirus, sono pronti a bloccare il porto!”.