La nuova unità Niom sarà la punta di diamante della ricerca scientifica: entro fine mese sarà riaperto il bando ce comprende anche altre due navi.
La Spezia – La gara per le nuove unità oceanografiche della Marina Militare potrebbe presto essere riaperta. Nel luglio 2021 era stato dato avvio al bando per la costruzione di una nuova unità maggiore per la Marina, con la sigla NIOM, a rappresentare la punta di diamante della ricerca scientifica nazionale del futuro. Una gara stoppata subito prima della fine dell’anno, senza una spiegazione ufficiale. La Direzione degli Armamenti Navali (Navarm), assicura che la revoca del bando è scattata per consentire il perfezionamento di alcuni atti amministrativi resisi necessari durante la procedura, “e per recepire alcune indicazioni degli organi di controllo emerse nell’ambito di altri programmi in corso di finalizzazione (SDO-SuRS)”.
Entro la fine di gennaio 2022 si prevede che il bando sarà di nuovo aperto, in grado di soddisfare la richiesta di 3 nuove unità, tra cui, appunto, l’unità maggiore. Il programma della NIOM prevede un processo dettagliato in sei lotti del valore totale di oltre 280 milioni di euro, finanziato anche dalla – Banca Europea per gli Investimenti (BEI) per 220 milioni – in un periodo di costruzione stimato tra il 2022 e il 2027.
Il programma prevede la costruzione di tre unità, che saranno utilizzate dall’Istituto Idrografico della Marina di Genova, sia all’interno del Mediterraneo sia nei contesti polari. Nave Magnaghi, giunta ormai al termine della sua vita operativa, sarà sostuita dalla Niom, e così anche alcune missioni come “High North” saranno implementate attraverso la nuova unità marina. Il progetto prevede la costruzione di uno scafo da 105 metri di lunghezza fuori tutto, 5000 tonnellate di dislocamento e una propulsione full electric. Con un equipaggio stimato in circa 85 unità, la Niom avrà a disposizione anche una piattaforma di atterraggio per un elicottero NH 90. La nuova nave sarà realizzata con a bordo uno specifico laboratorio di analisi, carotatori, sistemi per la messa a mare e recupero dei mezzi subacque, oltre ai sistemi di controllo di una nave afferente alla Difesa. Le altre due imbarcazioni minori andranno invece a sostituire nave Aretusa e nave Galatea (classe Ninfe), le altre due unità idro-oceanografiche oggi in forza alla Marina Militare, che costituiscono il principale strumento della ricerca scientifica marina nazionale.