Shipping e Logistica

Scenari post Covid-19, Murphy (Sea-Int): “Nuova ondata di protezionismo anti-cinese. Fallimenti? Non ci saranno”

Milano “Il momento più brutto ci sarà nelle prossime 5 settimane, quando si registrerà un’ulteriore riduzione di capacità di stiva nell’ordine del 30%, poi il calo probabilmente si attenuerà nelle settimane successive. Nel senso che non vedremo più cancellazioni, visto che per il momento le compagnie di navigazione non ne hanno programmato di nuove. Comunque, stiamo parlando di un impatto negativo a livello globale di circa 6,5 milioni di teu, cioè il 4% rispetto ai volumi registrati nel 2019. Le nostre previsioni stimano una perdita di volumi complessivi a livello globale del 10% nel 2020. Con la crisi finanziaria del 2009, la perdita è stata del 15%”.

Sono le parole di Alan Murphy, ceo di Sea-Intelligence, ospite in video conferenza di Bimco, la maggiore organizzazione armatoriale a livello internazionale. Murphy puntualizza che la prima ondata di blank sailings si è verificata principalmente per effetto del calo dell’offerta causato dal Capodanno cinese e dalla chiusura delle fabbriche in seguito alle vacanze che si sono prolungate per l’intero mese di gennaio. Poi, la diffusione del coronavirus su scala mondiale ha fatto il resto, cambiando radicalmente gli equilibri del commercio mondiale e di conseguenza del trasporto dei container.

Alan Murphy

“Se il calo dei volumi sarà accompagnato, come probabile, da una riduzione delle tariffe dei noli, le compagnie di navigazione vedranno ridursi notevolmente gli utili aggregati conseguiti negli ultimi otto anni, e saranno costrette ad affrontare un terza fase, molto più complicata a causa del potenziale effetto recessivo che via via crescerà per colpa della pandemia”. Quale sarà l’impatto del Covid 19 nel medio termine, cioè il prossimo anno e quello successivo? “Difficile prevederlo – risponde Murphy – anche perché la pandemia lascerà degli strascichi di natura politica, dal momento che alcuni governi potranno usare il Covid-19 come un’arma anti-commercio, quindi potremmo assistere ad un crescendo di posizioni protezionistiche nei confronti di Pechino. E’ molto probabile che ciò accada, visto che già si sentono discussioni su come ridurre gli scambi commerciali con la Cina”. In sostanza, Murphy è convinto che i veri effetti del coronavirus, e non parla di quelli sanitari, si devono ancora materializzare. E tutto lascia presagire che non saranno certo positivi. Tuttavia, il ceo di Sea-Intelligence ostenta fiducia sulla resilienza delle grandi compagnie del trasporto container. Nonostante, il recente allarme lanciato da Alphaliner, rilanciato da ShipMag, circa il “rischio insolvenza” di sei potenziali grandi vettori, lui al momento non vede lo spettro di un nuovo crack finanziario all’orizzonte: “Negli ultimi 30 anni, abbiamo visto solo un grande fallimento, quello di Hanjin (la compagnia di navigazione sudcoreana fallita nel 2017, ndr), che è ancora fresco nella memoria di tutti. Per questo motivo, penso che tutte le società si stanno già muovendo per evitare un altro caso così dirompente. Ricordo che subito dopo quel fallimento, la conseguenza è stata quella di un consolidamento del mercato con vettori sempre più grandi e forti. Tuttavia, se proviamo ad immaginare lo scenario peggiore, allora è evidente che l’industria dei container non può gestirlo. A quel punto, potrebbe essere necessario un qualche tipo di sussidio per evitare un altro crack. Anche perché un fallimento sarebbe molto più costoso del salvataggio di una compagnia in difficoltà”.