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Inquinamento, il parlamento Ue introdurrà sanzioni più severe per gli armatori

La Commissione Trasporti: “Gli armatori devono assumersi la responsabilità per eventuali danni ambientali causati dall’inquinamento della nave”

Bruxelles – Le navi che utilizzano i mari dell’Unione europea potrebbero incorrere in sanzioni più pesanti delle attuali non solo per le fuoriuscite di petrolio e idrocarburi, ma anche per lo scarico di liquami e rifiuti: questo, almeno, è nei piani degli europarlamentari della commissione Trasporti e Turismo.

Il Comitato ha votato per aggiornare le norme dell’Ue sulla prevenzione dell’inquinamento causato dalle navi e sulla garanzia che i responsabili siano soggetti a sanzioni. “Le nuove regole – spiega l’europarlamento – garantirebbero che tutti gli standard internazionali sulla prevenzione degli scarichi illegali dalle navi, sviluppati dall’Organizzazione marittima internazionale, diventino parte del diritto dell’Ue e di conseguenza più facilmente applicabili”.

Per questo motivo, gli eurodeputati stanno sostenendo una proposta volta a estendere le attuali norme Ue che vietano lo scarico di petrolio e sostanze liquide nocive per includere lo scarico di liquami, rifiuti e residui degli impianti di lavaggio.

“Gli armatori devono assumersi la responsabilità per eventuali danni ambientali causati dall’inquinamento della nave, nel caso in cui il comandante o l’equipaggio responsabile dello scarico illegale non possa più essere trovato o non possa permettersi di pagare l’intero importo della sanzione”. I deputati chiedono inoltre che i governi dell’Ue “evitino di fissare sanzioni massime o minime per le violazioni, per garantire che l’efficacia e la proporzionalità delle sanzioni non vengano compromesse”.

Le attuali norme dell’Ue sono state responsabili dell’introduzione di CleanSeaNet, un sistema di allarme europeo basato su satellite per la fuoriuscita di idrocarburi e il contestuale rilevamento delle navi. In considerazione del fatto che questo sistema non riporta informazioni su come vengono seguiti i singoli casi inquinamento, gli eurodeputati si sono dichiarati favorevoli a incoraggiare un maggiore scambio di informazioni tra gli Stati membri e la Commissione. Nei loro piani, il 50% degli allarmi CleanSeaNet dovranno essere verificati sul posto e il prima possibile, per evitare che uno scarico illegale si disperda e diventi quindi non rilevabile al momento dell’arrivo sul posto.

“Le attuali norme dell’Ue non funzionano perché sono applicate in modo debole dagli Stati membri”, ha affermato il relatore del Parlamento europeo Marian-Jean Marinescu (Gruppo Ppe, Romania). “Questo è inaccettabile. È giunto il momento che gli Stati membri si facciano avanti e proteggano i mari europei dagli effetti dannosi delle navi che scaricano illegalmente rifiuti. È necessario individuare in modo efficace gli scarichi illegali e fissare sanzioni a livelli che servano da vero deterrente”.

Il progetto di mandato negoziale è stato approvato con 36 voti favorevoli e uno contrario. I deputati della commissione Trasporti hanno sostenuto all’unanimità (36 voti a favore) anche la decisione di avviare i colloqui con gli Stati membri sulla forma finale della legislazione, una volta che la plenaria avrà dato il via libera al testo, presumibilmente la prossima settimana.