Lavoro Logistica

“Stop ai lavoratori sfruttati nella catena logistica”: l’ultima battaglia di Biden contro la Cina

La Casa Bianca sta lavorando per promuovere una politica che dia la priorità agli investimenti interni nelle infrastrutture e nella produzione degli Stati Uniti

Washington – L’amministrazione Biden si concentrerà sul “riallineamento” delle relazioni degli Stati Uniti con la Cina e sull’affrontare i diritti dei lavoratori nelle catene di approvvigionamento globali, secondo il rapporto della United States Trade Representative degli Stati Uniti sulle politiche del 2023.

“La Cina, in quanto grande economia non di mercato, è l’unica in grado di distorcere il mercato attraverso pratiche sleali e anticoncorrenziali. Si tratta di pratiche che danneggiano i lavoratori e le imprese negli Stati Uniti e in altri paesi, compresi alcuni dei nostri più stretti alleati e partner”, denuncia il rapporto USTR. Il rapporto prende atto anche della continuazione da parte dell’amministrazione Biden dei dazi introdotti da Donald Trump su decine di importazioni dalla Cina. A dicembre, l’USTR aveva esteso le tariffe per altri nove mesi, un chiaro segnale che i dazi continueranno per il prossimo futuro.

Non solo. La sensazione è che potrebbero esserci ulteriori azioni in arrivo. “Stiamo prendendo in considerazione tutti gli strumenti esistenti – e potenzialmente ne cercheremo di nuovi se necessario – per combattere i danni delle pratiche di mercato scorrette volute dallo Stato cinese”, si legge nel rapporto.

LO SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI
La Casa Bianca sta lavorando per promuovere una politica che dia la priorità agli investimenti interni nelle infrastrutture e nella produzione degli Stati Uniti “per impegnarsi e competere con la Cina da una posizione di forza”. Gli Stati Uniti hanno già lavorato per investire nella produzione tecnologica attraverso nuovi investimenti e leggi come l’Infrastructure Investment and Jobs Act. Una strategia che passerà anche attraverso politiche di contrasto allo sfruttamento dei lavoratori in Cina.
Non a caso l’USTR ha osservato nel rapporto che l’amministrazione Biden ha promosso una “politica commerciale incentrata sui lavoratori”. Ad oggi ciò include azioni come la richiesta al Messico di intervenire su una fabbrica laddove i sindacati denuncino che ai lavoratori è stato negato il diritto di riunirsi liberamente.

Il presidente Joe Biden, nel suo rapporto annuale al Congresso sulla politica commerciale, ha ricollegato queste azioni alla creazione di condizioni di parità per i lavoratori statunitensi. Biden ha anche denunciato la Cina per non aver “fornito alla sua gente i più basilari diritti del lavoro”, così come per i salari artificialmente bassi e le scarse protezioni dei lavoratori, che storicamente hanno contenuto i costi operativi e attirato acquirenti da tutto il mondo.

“C’è un piccolo cambiamento di paradigma, che negli ultimi decenni ci siamo comunque concentrati molto sull’efficienza: l’efficienza delle catene di approvvigionamento e le catene di approvvigionamento a basso costo, just-in-time e simili”, ha dichiarato la scorsa settimana Michael Froman, un ex rappresentante commerciale degli Stati Uniti e attuale presidente e vicepresidente per la crescita strategica di Mastercard, in occasione di un vertice tenuto dall’American Apparel & Footwear Association. “L’efficienza non è l’unico obiettivo del commercio”, ha aggiunto Froman, indicando la sicurezza e la ridondanza della catena di approvvigionamento come altri imperativi. Ha anche osservato che, nonostante i discorsi sul “disaccoppiamento” dal più grande esportatore mondiale, “stiamo commerciando con la Cina più che mai”.