Livorno – “Affronterò tranquillo un processo nel quale non sono accusato, come tutti gli altri imputati, di alcunché riferibile a corruzione, concussione o azioni riferite al mio personale interesse. Mi si accusa, unico commento che mi permetto di fare, di aver tutelato gli interessi della mia azienda, agendo in questo senso verso la Autorità portuale“. E’ un lungo sfogo affidato a Facebook quello scritto da Luca Becce, coinvolto nell’inchiesta sulle concessione del porto di Livorno per il ruolo nel gruppo Gip (ha ricoperto ruoli di vertice al Tdt, compresa la responsabilità di amministratore delegato del Terminal Darsena Toscana) e “non come presidente di Assiterminal” come ha spiegato questa mattina il numero uno dei terminalisti.
Becce risulta rinviato a giudizio insieme ai vertici dell’Authority e ad altri cinque imprenditori dello scalo toscano.

“Chi pensa che la soluzione dei problemi italiani sia possibile solo attraverso un rafforzamento degli strumenti della accusa, dovrebbe passare attraverso una procedura di indagine penale. Lo dice uno che ha votato contro la responsabilità civile dei magistrati, e lo rifarebbe e che crede fermamente nella separazione dei poteri e nella autonomia del potere giudiziario“.