Milano – Segnali di ribasso per le rate dei noli nel segmento del trasporto dei container a lungo termine. Si tratta del primo calo, su base mensile, registrato da ottobre. A segnalarlo è Xeneta Shipping Index (XSI), che mostra una flessione dello 0,5% sui tassi di trasporto di marzo. Flessione che mette fine ad una crescita prolungata. “Anche se questa frenata sembra lieve, il futuro è caratterizzato da una crescente incertezza, con diffuse perturbazioni economiche e incombenti recessioni globali che potrebbero incidere sulla domanda in tutte le principali rotte commerciali”, avverte il ceo di Xeneta, Patrick Berglund. “Dopo un periodo di crescita dei tassi – aggiunge -, questo piccolo ma significativo calo rappresenta un segnale di allarme per le compagnie del settore che devono stare attente a non andare nella direzione sbagliata”.

A prima vista, fa notare XSI, l’indice viaggia ancora in terreno positivo con un aumento del 5,8% su base annua del 2,2% rispetto alla fine del 2019, ma la pandemia del Covid 19 sta causando blank sailings e interruzioni a catena sulle attività commerciali a livello mondiale. Per questi motivi, l’industria dei container, operando in prima linea, subirà giocoforza prima di altri gli effetti negativi del virus. “Tutte le principali rotte commerciali hanno avuto un contraccolpo – spiega Berglund -, come dimostrano le cancellazioni dei servizi da parte di Maersk e Msc (AE1 / Shogun North Europe e AE20 / Dragon Mediterranean). In più, negli Stati Uniti si registrano chiari segnali di recessione come segnalato da Goldman Sachs che prevede una riduzione del Pil del 24% per il secondo trimestre e 3,3 milioni di richieste di sussidio di disoccupazione presentate a metà marzo”. Questa tempesta perfetta, secondo Berglund, “non può essere sottovalutata”. Anzi, la domanda che tutti gli analisti si fanno in questi giorni, incluso il ceo di Xeneta è: quanto dureranno le misure restrittive anti Covid 19? “Esiste la concreta possibilità che l’epidemia si prolunghi nel tempo – osserva il ceo -, quindi oggi non è chiaro se e quando la domanda si riprenderà. E soprattutto con quale intensità. Di fronte a tali incertezze, le compagnia del settore dovranno mettere in campo strategie e misure adeguate per impedire un prolungato calo dei tassi”.
I dati di XSI non sono però così pessimisti, nonostante i segnali negativi di marzo. Ad esempio, in Europa l’indice di riferimento delle importazioni è sceso dell’1%, ma quello delle esportazioni è salito dello 0,5%. Entrambe le cifre sono cresciute su base annua, con aumenti consecutivi del 5,8% e del 6,7%. I trend dell’Estremo Oriente sono stati più o meno simili, con le importazioni in aumento dello 0,4% (in calo dell’11,6% rispetto allo scorso anno, ma in crescita del 3,4% da dicembre 2019) mentre il benchmark delle esportazioni è scivolato indietro dello 0,8% (in aumento del 6,4% su base annua). Anche le notizie che arrivano dagli Stati Uniti sono contrastanti, poiché le importazioni sono aumentate dell’1,3% (con una crescita del 23,1% su base annua) e le esportazioni sono diminuite del 2,3%. Tuttavia, nonostante questo calo, il benchmark rimane in aumento del 2,6% da marzo 2019 ed dell’1,7% da dicembre 2019.
vdc